Giovanni Vannucci diceva
Due sono le forme mentali per avvicinare il mistero divino: la sapienza del saggio e la semplicità del fanciullo. Al saggio è richiesto di non dire una parola in più di ciò che ha sperimentato.
Gli ebrei avevano la dottrina di Mosè che era buona, ma seguivano l’interpretazione dei farisei e degli scribi che non era buona, la tradizione creata dalla falsa scienza aveva preso il posto della vera conoscenza.
- L’astuzia sostituiva l’intelligenza;
- La tortuosità del sofisma la chiarezza della legge;
- Il raggiro prendeva il posto del diritto, tutto condito con l’olio dell’ipocrisia e il vino della concupiscenza;
- L’apparenza della virtù e della giustizia in luogo della virtù e della giustizia;
- Il pagamento delle decime al posto della cura verso l’orfano e la vedova.
- Le abluzioni potevano sostituire la giustizia non resa,
- L’offerta al tempio poteva esimere d’aver cura dei propri genitori.
Tutto può essere sovvertito con il sofisma astuto, con l’abile gioco di una logica apparente, con la scaltrezza del cavillo sottile; tutto, anche il vangelo di Cristo, la parola dello Spirito, la verità di Dio! Quando la parola non viene chiusa dalle trappole accomodanti costruite dalla pigra mente umana, e scende libera in cuori aperti e vivi, intraprende un soliloquio con essi, il cui frutto è l’avvicinamento, senza mediatori, dell’uomo che vive nel tempo e l’eternità che ne è fuori. La verità eterna diventa esperienza e constatazione, e il suo annuncio è liberazione.