Lettera al nostro fratello Giuda, onestamente e cristianamente parlando …

Ho sparso il mio Sangue nel Tempio, poiché ero già ferito da pietre e bastoni per santificare nel Tempio di Gerusalemme il Tempio futuro, il cui cemento si iniziava in quell’ora: la mia Chiesa è tutte le chiese, case di Dio, e i ministri di esse.
Ho imporporato di una sempre maggior aspersione di sangue i soldati flagellatori per infondere alle milizie quel senso di umanità nella dolorosa evenienza delle guerre, malattie maledette che sempre risorgono perché non sapete estirpare da voi il veleno dell’odio e inocularvi l’amore. Il soldato deve combattere, tale è la sua legge di dovere, e del suo combattere e uccidere non sarà punito poiché l’ubbidienza lo giustifica. Ma punito sarà di Me quando nel suo combattere usa ferocia e si permette abusi che non sono necessari e che anzi sono sempre da Me maledetti perché inutili e perché contrari alla giustizia, che deve essere sempre giustizia anche quando una umana vittoria inebria o un odio di razza suscita sentimenti contrari alla giustizia.
Il mio Sangue ha bagnato le vie della Città, stampando orme che, se più non si vedono, sono rimaste e rimarranno eternamente presenti nelle menti degli abitatori dei Cieli altissimi. Ho voluto santificare le vie dove tanto popolo passa e tanto male si commette.
E se tu pensi che il mio Sangue profuso ogni dove non ha santificato tutti i ministri della Chiesa, non ha santificato le regge, non le autorità, non le milizie, non il popolo, non la scienza, non le città, non le vie e neppure le campagne. Io ti rispondo che Io l’ho sparso ugualmente pur sapendo che per molti si sarebbe ritorto a condanna invece che esser salvezza secondo lo scopo per cui lo spargevo, e l’ho sparso per quei pochi della Chiesa, della Scienza, del Potere degli Eserciti, del Popolo, delle Città, delle Campagne, che hanno saputo raccoglierlo e comprendere la voce d’amore e quella voce seguirla nei suoi comandi. Benedetti loro, in eterno!

Don Orione 1934

Don ORIONE e la BANCA della Divina Provvidenza

Molte volte, uscendo con lui – ricorda un ex alunno – mi faceva portare un sacchettino di medaglie della Madonna. Sapete perché? Per una conquista, per dilatare le tende della divina Provvidenza. In questo modo, ad esempio. Una domenica andammo a Casteggio: don Orione doveva far la predica per la raccolta delle pentole rotte … Arrivati a Montebello, pregò di fermare la macchina davanti ad una villa, quella dei conti Lomellini. Mi ci fece entrare in modo piuttosto … strategico, giacché la villa era chiusa, e mi disse di girare per il parco seminando le medaglie … Alcuni mesi dopo, la villa era l’istituto delle missioni estere della Piccola Opera.
Nel 1934 mi trovavo con altri nella casa di salute di Quezzi e andavamo a cogliere l’erba per gli animali in una località della “i Camaldoli”, ove sorgeva una villa e altri edifici che non godevano buona fama. Don Orione aspirava ad avere quella località per togliere quel male e per aprirvi un asilo per poveri vecchi e una casa di cura per tubercolotici. Non aveva, però, i mezzi né speranza di poterli avere, anche perché il Comune di Genova, data la posizione bellissima, voleva farne, di quegli edifici, un luogo di soggiorno. Don Orione un giorno ci chiamò, domandandoci se si andava ancora a fare l’era ai Camaldoli; avuta la risposta affermativa, ci disse: “Prendete queste medaglie; seminatele lassù, nei dintorni di quella villa … Là ci andrà la cara Madonna e vi apriremo una casa per i poveri e i sofferenti …”. Un anno dopo la sua santa morte, come è noto, divenne l’attuale villaggio della carità dei Camaldoli, dove è in grandissima venerazione la Madonna Causa Nostrae Laetitiae. (DOLM 172 s.).

pro-vida

Santità: Giovanni Bosco e Leopoldo Mandic

Venerdì 25 marzo 2022 ore 17,00 sono invitate tutte le mamme di TORINO – Basilica Maria Ausiliatrice, la benedizione delle mamme in attesa
Padre Toschi, che ha trovato questa forte parrocchia pro-vita a Bakersfield, California, quando è arrivato 11 anni fa, ha spiegato che in molti casi di aborto, o spontaneo oppure no “il dolore di una donna non veniva riconosciuto e l’umanità di un bambino non veniva riconosciuta”. Nel caso dell’aborto spontaneo, ha detto più spesso “non viene offerto nessuna consolazione, nessun riconoscimento pubblico che una madre abbia perso il suo bambino”.
Anche il marito potrebbe non sentire le cose “tanto quanto una madre con questo bambino dentro di sé”.
Ho visto un bambino lungo solo un pollice, e le mani erano perfettamente formate e perfettamente visibili.
Abbiamo voluto riconoscere il dolore della madre e della famiglia e riconoscere l’umanità del bambino nel grembo materno in qualsiasi fase, anche dal primo momento del concepimento.

Bacau Carmen Webdesign ROMANIA

BACAU, ACASA LA CRESTINI, ROMANIA SPIRITUALE

Fericit poporul al carui Dumnezeu e Domnul, ROMANIA in fata Domnului are cu ce sta inainte, eu am crezut imediat ce am citit Martha Bibescu in Jurnal Politic: “Va veni o vreme cand acest popor, care n-a fost cunoscut pana acum, va fi luat in seama. Din aceasta tara, trecuta sub tacere, vor rasuna cantece si muzica. Neamul acesta va renaste si lumea se va mira ca de o minune sa afle, in sfarsit, tot ceea ce el poseda din constiinta universala”.

Sinfonia di colori, il tempo per riflettere alla bellezza che ci circonda

A volte basta guardarsi intorno, annegarsi nel oceano della natura, del Creato. Non puoi pensare un attimo ad una bomba nei tempi di pace, io da cristiana, mi vergogno perché ai bambini, a questi animali che si fidano di noi, a tutti quei malati crocifissi per tutta la loro rimanente vita, in un letto, coloro che non potranno mai viaggiare … ai domiciliari per sempre, spiegare oggi, la ragione di una guerra.