CAPITOLO LXXV
LA CHIESA E’ RAFFIGURATA NELLE MEMBRA DI CRISTO
Mentre Geltrude pregava per un’anima cara, Gesù, Re di gloria, le apparve, mostrandole, con la forma stessa della sua Umanità, la Chiesa che è il suo Corpo mistico, poichè è chiamato, e lo è in realtà, suo Sposo e suo Capo.
“Giacchè Nostro Signore, con questa meravigliosa rivelazione, ha proclamato d’identificarsi con la sua Chiesa, fino al punto di considerare i buoni come parte destra del suo Corpo ed i cattivi come la sinistra, i cristiani devon riflettere seriamente in qual modo potranno servire i membri sani, e quelli ammalati del Cristo. Sarebbe cosa troppo abbominevole vedere un uomo straziare le piaghe di un suo amico, cospargerle di veleno e respingerlo quando chiedesse di essere sostenuto per un po’ di sollievo. Se un cristiano avesse usato tale durezza, offendendo nel prossimo il suo Creatore e Redentore, si sforzi di emendarsi e di rendersi utile ai fratelli. Prodighi tutto il bene possibile ai perfetti per eccitarli a fare continui progressi: circondi di tenerissime cure gli imperfetti per correggerli. Obbedisca con amore i Superiori quando comandano il bene, e sopporti i loro difetti con silenziosa riverenza. Eviti però di adularli, se agiscono male, e, se non potrà correggerli con discorsi, si sforzi almeno di farlo con pii desideri e ferventi suppliche offerte al Signore”.
Il Salvatore aveva la parte destra adorna di magnifici ornamenti regali, mentre la sinistra era nuda ed impiagata. La Santa comprese subito che il lato destro rappresentava le anime elette, prevenute dalle benedizioni divine, per un dono speciale della grazia, e anche in premio delle loro virtù personali. Il lato sinistro invece figurava gl’imperfetti, carichi di vizi e di peccati.
Pregare per le anime già avanzate nella virtù, è fregiare il Salvatore di splendidi ornamenti; censurare le anime imperfette, rimproverarle duramente per i loro falli, è percuotere e riaprire le ulcere di Gesù; tali censori con le loro amare invettive fanno zampillare il sangue dei fratelli perfino sul volto, che ne resta macchiato e sfigurato.
Con tutto ciò il benigno Signore, vinto dalla bontà considera più le delicatezze ricevute dagli amici, che hanno adornato la parte destra, che gli oltraggi dei nemici e, coi meriti degli eletti, toglie le macchie che deturpano i malvagi.
Disse Gesù: « Piacesse a Dio che si volesse fasciare e guarire le piaghe della mia Chiesa che sono Piaghe mie, risanando le miserie delle anime imperfette! L’ulcera vuol essere prima toccata con precauzione: bisogna trattare da principio con dolcezza l’anima che si vuole correggere dai difetti, riprendendola amichevolmente e non ricorrendo al rigore, se non quando si ha la certezza che le dolci maniere rimarrebbero infruttuose. Quanti non hanno compassione alcuna delle mie Piaghe! Essi vedono i difetti del prossimo e tosto ne approfittano per vilipenderlo, non curandosi di dirigergli una parola di correzione.
« Ciò sarebbe, secondo loro, esporsi, o prendersi troppa briga, perciò vanno scusandosi come Caino: « Numquid custos fratris mei sum ego? – Sono forse il custode di mio fratello?» (Gen. IV, 9). Costoro mettono sulle mie Piaghe un preparato che le avvelena, facendovi brulicare i vermi. Una buona parola avrebbe forse guarito il fratello; col non proferirla ne lasciano aumentare i difetti.
« Altri fanno conoscere ai Superiori le mancanze dei fratelli, ma si sdegnano se la correzione si fa aspettare, e risolvono di non fare più nessun accenno in proposito, giacchè non si è dato importanza al loro avviso. Inoltre si permettono di giudicare senza misericordia gl’infelici, dei quali pretendono volere la guarigione, e non volgono loro neppure un accento che li riduca verso il bene. Anche costoro mettono esteriormente un preparato sulle mie Piaghe, mentre introducono nell’interna un ferro infuocato che le brucia e le dilacera.
« Altri, che potrebbero correggere il prossimo, trascurano di farlo, non per malizia, ma per noncuranza. Questi mi contristano come chi, passandomi vicino, mi schiacciasse un piede. Ve ne sono altri che pensano solo ai loro comodi e a soddisfarli in tutto, senza curarsi dello scandalo che danno a chi li vede; essi torturano le mie Mani con lesine infuocate. Alcuni amano sinceramente e rispettano i prelati santi, ma giudicano con rigore e disprezzano, senza riguardo alcuno, quelli che sono meno perfetti.
« In questo caso ornano la parte destra del mio Capo di perle preziose; quanto alla sinistra, che è assai indolenzita, e che desidero posare sul loro cuore per trovare un po’ di sollievo, è da essi spietatamente colpita con pugni, furibondi. Vi sono poi persone poco sincere, che applaudiscono e lodano le cattive azioni dei Superiori per propiziarseli e poter poi fare più facilmente quello che loro aggrada. Costoro rivoltano con violenza indietro il mio Capo, facendomi provare una tortura inesprimibile: di più, insultando alle mie sofferenze, sembrano beffarsi delle Piaghe che sfigurano il mio Volto ».