https://www.facebook.com/groups/396656284367121/
Un gruppo pubblico, creato perché manca l’informazione collegata alla contrattazione. Dove non c’è l’onestà, questo viene lasciato alla ruota della fortuna. La vita lavorativa di una persona, non è un gioco nelle mani dei più furbi. Non è l’astuzia e la persuasione che sta alla base del diritto del lavoro. Quando il lavoratore straniero è disinformato, raggirato con metodi degni più da vergogna che da vanto – l’omertà non basta. Bisogna dire al vivo vino e al pane, pane.
Ultima stazione: sepoltura o risurrezione?
La Via crucis del lavoratore domestico in Monferrato, dettata da CISL, INPS, ITL, INL
Monte Calvario: l’esclusione dal LUL dei lavoratori domestici. La più debole categoria? Il lavoratore domestico convivente con il suo datore di lavoro. L’omertà che fa da padrona, il malcapitato diventa preda in mano alle iene, esperte in manipolazione … Vogliamo fare qualcosa per ridare la dignità al lavoratore domestico, al lavoro, alla salute di chi non dorme che a pezzi per anni? Bastava il modulo portato dal sindacato, ma se nemmeno INPS vuole sapere dei miei orari (pag. 334). Spendere nei Tribunali con denuncia in essere? Ma come si fa ad archiviare se uno dice bianco e uno nero, con disabili in mezzo, INPS, ITL?
4 anni fa …
Denuncia con lettera RR a INPS Casale Monferrato (pag. 16) – inizio calvario 17/07/2017
In ordine di tempo, “pietra su pietra” – inizia con CISL Casale Monferrato, INPS e ITL Alessandria, IIL, INL, UNAR, ILO, Ministero del Lavoro …
Il contratto, scritto da CISL Casale Monferrato (pag. 9) “adatto” ai stranieri, dove non appare mai la parola part-time, non l’orario giornaliero dalle ore …… alle ore; pausa dalle ore ………alle ore …… Al posto del giorno di riposo, come per tutti è scritto, (domenica – l’intera, giornata), CISL scriverà: “ha diritto al riposo settimanale”, che sarebbe a dire a chi è straniero, inesperto in tranelli contrattuali? Di qui si scatenò una vita d’inferno. Mentirà chi ha fatto il contratto con una leggerezza di “piuma”, con una naturalezza da brivido, una donna, cui nome, per ringraziarla, hanno fatto di tutto per nasconderlo: avessero usato la stessa forza per rimediare, riparare, sollevare il peso, oggi non starei qui a raccontare. Bisogna essere uniti per sotterrare la verità, che non germogli. “Adibendo la lavoratrice sopraindicata ad attività di lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare” – che è una COLF, non è BADANTE C Super – che assiste persone non autosufficienti – malata di Alzheimer, affetta da mutacismo. Per chiarezza l’inquadramento, pag. 13, badante PART-TIME si può – pag. 14.
Casistica di decisioni di Magistratura in tema di lavoro domestico – Rientra nello schema di contratto in favore di terzo il contratto di lavoro domestico stipulato dalla figlia del beneficiario avente per oggetto la cura della persona e della casa del padre, persona cieca ed anziana; sussiste per tanto la legittimazione passiva in capo alla stipulante in relazione all’adempimento degli obblighi contrattuali. ( Tribunale La Spezia 1/8/2002, Est. Panico, in D&L 2002, 939 )
Contratto A tempo indeterminato, con 30 ore settimanali, è la dicitura sotto cui avrai solo 2/3 ore di libertà giornaliera, sotto un generico 5 ore/gg di contributi. Si pensava che in essere questa truffa può essere smascherata … 4 anni e ancora nulla, vogliamo scoprire insieme perché non si potrà mai arrivare alla verità?
Seguitemi:
La denuncia all’INPS, la corrispondenza con cui mi confidavo, scusatemi gli errori – (straniera autodidatta), trovavo tutto assurdo, “indagare”, illogico, qualcosa che abbia un senso, quel silenzio, nessuna risposta, mentre notavo che la “controparte” cambiava l‘atteggiamento – intuivo, ma non avevo ancora certezza. Quando, scoprendo per puro caso, tutto s’illuminò. Tradimento. Per me è importante dare un senso a tanta cattiveria, perché io ci credo nel valore del lavoro dei funzionari dello Stato, ma quello che mi è capitato ha stravolto ogni mia convinzione. La sofferenza causata dalla mancanza di tutela del lavoro/del lavoratore in Italia, privato d’informazioni. L’impossibilità di farti valere la tua giornata lavorativa, perché il datore di lavoro di fatto, non ha voglia, INPS – non ha voglia, ITL, INL. Ma in che mondo viviamo, vivere in un ambulatorio per anni e far finta che questi anni non sono mai esistiti perché “non ha voglia di raccontare la verità”, “non ha voglia di pagarti contributi”? La verità è svenduta, svalutata, ridicolizzata, calpestata, derisa, alla fine diventata quasi inutile?
Almeno così è capitato in questo caso. L’unica figlia di questa copia, ha telefonato alle suore del Famulato Cristiano a Torino, per chiedere una donna con tanta pazienza, per guardare la sua madre, malata di Alzheimer, a tempo pieno, contratto indeterminato, 50 chilometri di distanza. Era caduta di notte dalle scale nella casa di campagna: costole rotte … da seguire continuamente. Un particolare: perché ha telefonato a Torino proprio in quel posto? Raccontava lei: aveva sognato una conoscente che fu molto bene seguita e fu indirizzata di cercare lì. Eccoci: ha avuto fortuna la malata e sfortuna la figlia, oppure dovevo venire e scoprire tutto questo raggiro perché diversamente nessuno l’avrebbe fatto? Accordate ad ottobre 2011, prima telefonicamente, poi in presenza da Torino, inizio lavoro per questa famiglia: il 01/11/2011 – ancora oggi ho la ferita aperta, grazie alla catena CISL, INPS, ITL, INL, con le loro fresche comunicazioni. La semplice soluzione? Avrei dovuto/potuto filmare per smascherare? Facendo da testa mia? La mia vita nelle loro mani però … Ho scelto di lasciare la coscienza/l’omertà di ciascuno a testimoniare l’unica verità, poteva essere chiesta anche al secondo malato, che all’epoca era ancora in grado di farlo, semmai qualcuno avrebbe fatto un passo dentro. Il datore di lavoro, era una malata affetta dal Morbo di Alzheimer e mutacismo già prima di 01/11/2011 … La figlia negherà questa data come inizio, ai verbali dichiara dicembre, spunterà come nulla fosse nelle bozze preparata tra avvocati (pag. 267). La stessa avvocatessa che fu tutore della malata, incaricata dal Tribunale di Vercelli, ha rifiutato il tentativo di conciliazione (pag. 90, 322 – 324, 102, 103, 104) da parte del lavoratore si presenterà in veste di avvocato dell’unica erede, nonché il datore di lavoro di fatto, la stessa che ha fatto il contratto per conto terzi, ha firmato tutte le buste paga, manipolava tutto e tutti, l’unica figlia, un cerchio perfetto. La stessa con cui né INPS, né ITL ha mai voluto metterci faccia a faccia, allo stesso tavolo, in sede protetta, mentre a casa, cambiavamo i malati gomito a gomito ogni santo giorno, almeno tre volte! Strano no?
Potevano spiegarmi chi dovrebbe tutelare almeno in teoria il lavoro, la salute del lavoratore, l’abbandono d’incapace che rischia giuridicamente – chi assiste malati affetti da demenza nello specifico, il contratto truffa ideato da CISL, a misura di straniero. Straniero disinformato, raggirato, persuaso, privato dei contributi, obbligato a lavorare con solo 5 ore di copertura contributivo – quando la sua giornata lavorativa era la rimanenza delle 2/3 ore di libertà?! Come stavano queste due cose nella bilancia a pari (5 ore di lavoro sulla carta = 2/3 ore di libertà al giorno, cioè, la pausa, che non risulterà scritta da nessuna parte) in quella specie di <regolare contratto di domestica convivente con 30 ore settimanali> dicitura letta nella loro relazione finale, tutto a tempo indeterminato – senza collocare mai da che ora a che ora sei presente/assente – farmaci salvavita e infortuni con questi due malati, uno in carrozzina e l’allettata.
Chi sarà in grado di liberare il lavoratore domestico da questa matassa? A spese di chi? Dovrà spendere sempre il povero, non bastava la denuncia in essere dal 2017? Hanno fatto 5 verbali per condannare chi lavorava già senza contributi per colpa di chi non racconta la verità, di chi non fa contratti conforme al CCNL ma è esperta nel mentire che è un contratto a tempo pieno, di chi non risponde alle e-mail.
Per chi assiste e convive con malati con disabilità e Alzheimer, nello specifico due malati: 5 ore di contributi al posto di 10 ore è il contratto Cisl Casale Monferrato, per INPS è regolare, per ITL pure, INL “ha controllato diligentemente”- regolarissimo. Avrà mai voce in capitolo il malcapitato? Richiedevo l’orario della mia libertà, tutto quello che eccede le 5 ore riconosciute dalla figlia: attenzione, anche qui c’è tranello per inesperti, perché ai verbali non dichiara mai che lavora 5 ore al gg, come spalmava genericamente CISL, l’orario che arrivava in allegato alla busta paga da solo un paio d’anni (5 h X 6 gg) ma “genericamente” – 30 ore alla settimana, che sarebbe a dire? Potevano essere 3 gg X 10 h, così il lavoratore si godeva la sua vita tranquillamente, altri lavoro, studiare, badare alla sua famiglia. Poteva farli di mattina, oppure di pomeriggio, per 6 gg, 5 h. Ma come scrivere questa farsa delle 2/3 ore di pausa, con il falso dichiarato di 30 ore generico? Il lavoratore, richiede con forza che venga scritto nero su bianco il suo orario reale di lavoro, notturno, straordinari. La sua pausa giornaliera è tra 14:00 e 17:30 – tutto il resto della giornata, è <sul posto di lavoro, alla disposizione dei malati, per qualsiasi cosa accada>. Chi è in grado di “tradurre” anche a chi doveva controllare e non l’ha mai fatto? Nei verbali della figlia, ci si impunta nel 1° “La signora ha la disponibilità di una stanza, come da contratto che prevede anche la convivenza” da 13 righe, 3 si spendono per questo (pag. 22) – mezza sillaba per cosa sta facendo dentro? 2° verbale “Ha un contratto di trenta ore che la signora fa regolarmente” sarebbe a dire, quando, da che ora a che ora, in quali giorni? “Per le restanti ore io sono sempre alla disposizione”. ( pag. 27). Sarebbe a dire? Restanti ore di cosa, della settimana, del giorno, del mese? “A disposizione”, cioè: “se sarà bisogno io ci sarò”, ma lo sapevate INPS che per quei malati c’era sempre bisogno di due persone per cambiare, decidere … Raggiro a tutto campo. Può perdere anni di vita lavorativa chi ha usato tutti metodi per far valere la dignità del lavoro, la vita privata, la non carcerazione, grazie a … Trovo vergognoso, leggere i verbali della figlia, i “non miei” e ricordarmi che inferno mi hanno creato in tutti questi anni, INPS, ITL, INL, CISL, la figlia, tutore della malata, nonché l’avvocato della controparte. Quanti tra i miei connazionali hanno pianto per colpa di chi fa simili contratti, ma simili “controlli” che rovinano la salute, monumento dell’indifferenza.
18/10/2017 Denuncia in essere a INPS Alessandria pag. 18
La giornata lavorativa, almeno a quella data, (prima era peggio, senza uscita della pausa, dove andare in un paesino dove alle 14 tutto è chiuso? Vagare? 💼 inizia 7:00 – pausa 14:00 -17,30 rientro, uscirai poi domani all’ora di pausa, rientri, esci ecc. 5 h contributi/gg da oltre 5 anni. Sindacati avvertono: “VOI NON POTETE DENUNCIARE IN ESSERE, finite in strada”. 26/01/2018 fuori palazzo due donne, ispettrici INPS, ti fanno firmare un foglio, fa’ freddo, sulla ringhiera la biro non scrive bene, non è per te, è per la figlia. Il verbale di primo INGRESO? Nel paese semmai, non sul posto di lavoro. 02/02/2018 salgono al 1° piano, entrano nel appartamento di fronte, no posto di lavoro 💼.
Precisazione: per questo appuntamento “sorpresa” con la figlia – perché secondo voi la vigilanza fa controlli a sorpresa, no? Magari, da qualche altra parte, nei altri casi, ma non in questo caso; si sono accordate telefonicamente con la figlia (hanno chiesto suo numero telefonico da me, via e-mail, pag. 21). Il 02/02/2018, noi ispettrici INPS Alessandria, arriviamo a casa tua nella prima parte della giornata, fatti trovare a casa! Infatti, si prenderà qualche ora libera lei, il suo marito pure, aprirà lui e loro entrano, la figlia arriverà un po’ più tardi. Se non fosse tutto questo concordato, nessuno era a casa, perché entrambi lavoravano. Per il loro lavoro c’è monitoraggio, non dipende dal fatto che il capo “non ha voglia di certificare” che lui è arrivato, non ha voglia di darti quel foglio dove firmi. Nell’appartamento di fronte, un ambulatorio, il mio posto di lavoro. Rimaste un bel po’, sono partite in punta dei piedi, la figlia dirà: <Hanno scansionato le buste paga!>. Dirà in continuazione per qualche ora: <Se io sapessi chi ha denunciato, se io sapessi chi ha denunciato, cosa non gli farei?>. Dopo un’ora ho dichiarato: “Sono stata io!”. <Vuoi tuoi contributi? Vai nel paese e chiedi a X, Y, quanti contributi gli pagano>. E tu saresti una donna onesta? Così si comporta chi è onesto e “non sapeva nulla” del raggiro CISL, era la conferma!
In 24 h < sul mio posto di lavoro/l’abitazione dei malati> entrava solo chi per 2/3 h ti dava una mano a cambiare i malati (coniugi), chi fu costretto a lavorare in nero (non per colpa sua), più chi non voleva riconoscere l’orario reale di lavoro, cioè, l’unica figlia. Infermiere, dottori (c’è la privacy). La privacy/tutela del “non carcerato”, obbligato a lavorare senza orari di lavoro scritti, perché sarebbe stato la prova di smascherata truffa, dov’è, quand’è che inizia? INPS e ITL, mai messo piedi dentro, dichiara che lavori SOLO 5 h tutto il resto sei “ai arresti domiciliari senza sbarre e senza diritto di firma/orario che attesti la tua detenzione”.
Obbligata a stare dentro con malati, sotto indagine INPS, con tanto di – abbandono d’incapace Se io avessi lavorato solo 5 ore, stando alla sua dichiarazione mendace, per quale ragione non me ne andrei a casa mia, a 5 minuti a piedi? Perché amo farmi sfruttare? Archiviazione in gran silenzio. Arriverà con tanto di richiesta a ITL per averla 🔔 solo il 11/01/2019! Se io avessi saputo, che INPS Alessandria, ha archiviato il mio caso, a quella data – 16/03/2018, a 11 gg dal ultimo verbale, con 5 ore sulla carta? Il primo giorno dopo la notifica di archiviazione, sarei andata dritta alla sede INPS Alessandria, subito dopo le 12:00, finite le mie 5 ore – per consegnare le chiave dell’appartamento con i malati dentro alle ispettrici: perché le ispettrici che hanno verificato e archiviato sono direttamente responsabile di quello che hanno firmato. Abbandono di incapace, l’orario inesistente, all’indomani dalla notizia, chi firma è responsabile, con malati, la salute delle persone, lavoratori, contributi, non si scherza. Non è capitato questo, proprio perché io non l’ho mai saputo. Dal 23/4/2018, avevo già “variato il contratto”, raggirata una volta da CISL, non mi potevano raggirare anche INPS, soprattutto dopo 20/02/2018, quando la figlia fu vista a INPS Casale Monferrato, alle 13 (pag. 29) – per “aggiustare i soldi in nero, in soldi per la spesa”, come darmi della cretina (pag. 27). Non gli avevo chiesto nulla, raggiante quasi volava: “Vado ad un corso a Casale, era nel orario del lavoro, ha preso qualche ora libera, L.104”. Tutta la battaglia era ed è per i contributi: per non averli pagati la figlia, grazie all’aiuto di CISL, INPS, ITL, io ho patito la fame … perché direttamente collegati al quantum della disoccupazione.
ITL, acquisterà la testimonianza delle 2/3 h dell’altra ragazza, C. C., con cui lavoravo dal 2016, novembre (ma non dichiara questo periodo, nemmeno la data è chiara al verbale 2018, pag. 113)) e RICONFERMANO la “detenzione senza diritto all’attestazione di essa” (pag. 59). Non vogliono sapere con chi/ se hai potuto gestire due malati dal 2016 – da quando il secondo malato è diventato non autosufficiente? Anzi, in nessun verbale risulta il secondo malato, invisibile poverino, peccato che sono arrivate 4 ambulanze in un giorno, grazie alla bella gestione di sfiducia e mobbing, creata da INPS e la sua mancata indagine. Non importa se non avresti mai potuto farlo da sola, né con chi, perché sarebbe stato IL TESTIMONE DEL PERIODO, ma banalizzare anni di lavoro, di assistenza, dove non si dormiva che a pezzi. Tu non hai DIRITTO DI FIRMARE NULLA 📝 ENTRANDO ALLE 17,30 sei sul posto di lavoro 💼 e la tua pausa in 24 h è tra 14:00 e 17:30 tuo orario è un “pizzino” pag. 20 scritto dalla figlia, per ognuno: “intestato a Carmen”. CCNL – CS conviventi è 54 e NON DI 30 ore settimanali 📝 ⌛ Per INPS non vale, non per me. A bisogno, al rientro pausa venivano cambiati i malati, poi la ragazza partiva.
A marzo 2021, avevo ricevuto una telefonata, l’avvocato della controparte (ex tutore della malata) mi avvisa che INPS non approva il recupero dei contributi, anche se la figlia vorrebbe pagarli … la prescrizione – dei 5 anni, che hanno già indagato per bene perciò si sono rassicurati a vicenda INPS con ITL, INL, vs Ambasciata Rumena pag. 250. Scherzate? Obbligate il lavoratore a restare con i malati, non si mete piede sul posto di lavoro, ma a casa degli altri si può andare e restare a lungo, poi partire in punta dei piedi come se … INPS, mi mandate lettera dopo 14 mesi senza motivazione, tutore che fa nulla, il decesso del datore di lavoro, con tuta la disinformazione possibile, mai un documento fornito per tempo – nel periodo della denuncia in essere –fino ad ottobre 2019, nulla fatto <per tempo>. Si è avuto in mano, la “motivazione” – nel 2020, solo ed esclusivamente grazie al Ministero del Lavoro, mai vista tanta ostilità perché la verità venga fuori ( pag.295). Era fuori legge sapere perché sei stato condannato a lavorare senza contributi da INPS, che cosa si era dichiarato, ma a rileggere i “miei verbali”, meno male che c’è la e-mail mandata a Bruna Canepari, del 01/’3/2018 (pag. 32 – 38) – descritta tutta la mia sfiducia (pag. 29). Figuriamoci che il testo della e-mail della Bruna Canepari è lo stesso mandato al Diretto INPS Alessandria, ricevuta anche la conferma dalla segreteria, firmata, Livio Meda, sia in forma cartacea – lettera con protocollo – 20/02/2018 sia l’e-mail. Nella busta del direttore c’erano dei “pizzini” con l’orario di lavoro, chiedevo il confronto, tra l’autore, con la sua scrittura e la mia. Chi ha mai detto che a INPS interessava la verità? (pag. 28, 30, 31 – “che gioco stiamo giocando INPS, qualcuno mi spieghi?”).
Quanto costava alle ispettrici INPS arrivate vicino, di fronte al posto di lavoro, chiamare anche il lavoratore il (02/02/2018) – 5 passi in tutto, per chiarire TUTTO definitivamente, mettere fine alla farsa che durava da 5 anni? Vieni anche tu qui, PARLIAMOCI TUTTI QUANTI, volevate aiutarla, perfetto. Secondo me, sarebbe stato più utile per malati, lavoratore ed il datore di lavoro di fatto. E perché mai? NON fu possibile in sede privata con due funzionari dello Stato, non fu possibile in sede protetta, ma era giusto è legale lavorare senza contributi a tempo pieno con solo 55% di copertura contributiva, sotto rigoroso controllo INPS Alessandria.
Onestamente, faccio dei grandi sforzi a credere ancora nella legalità, giustizia sociale, ma si può arrivare a tanto e ridicolizzare il lavoratore, il lavoro, solo perché si è fidato dei funzionari dello Stato? Si è affidato il suo destino nelle loro mani. Con due malati non autosufficienti in mezzo, impensabile che nessuno voglia vederci chiaro. Da ex funzionario pubblico in Romania, ho preparato il foglio con la dimissione, un giorno prima di partire verso Italia, il diritto del lavoro era una delle mie competenze, qui ho lasciato fare ognuno il suo lavoro … poi ho detto, basta! Quello che capitava con la mia vita nelle loro mani … Devo dire che da queste parti, non basta lottare con le armi della legge, non è bastata l’onestà, non la legalità, so bene perché le cose sono andate in questo modo, ma è ora che tutto finisca.
“La direttiva sull’orario di lavoro (1) (la «direttiva» o la «direttiva sull’orario di lavoro») è un elemento fondamentale dell’acquis dell’Unione europea (UE) ed è diventata una delle pietre miliari della dimensione sociale europea. La prima direttiva di applicazione generale in materia di orario di lavoro è stata adottata quasi 25 anni fa (2). Essa stabilisce i diritti individuali di ogni lavoratore nell’UE, dando così espressione concreta all’articolo 31 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (la «Carta»), che sancisce come parte integrante del diritto primario dell’UE il diritto di ogni lavoratore «a condizioni di lavoro sane, sicure e dignitose» e a «una limitazione della durata massima del lavoro, a periodi di riposo giornalieri e settimanali e a ferie annuali retribuite».
La direttiva sull’orario di lavoro stabilisce infatti le prescrizioni minime di sicurezza e di salute in materia di organizzazione dell’orario di lavoro, precisando i periodi di riposo giornaliero, le pause, il riposo settimanale, la durata massima settimanale del lavoro, le ferie annuali e aspetti relativi al lavoro notturno, al lavoro a turni e al ritmo di lavoro. In quanto diritti riconosciuti dalla Carta, il limite alla durata massima del lavoro, i periodi di riposo giornaliero e settimanale e le ferie annuali retribuite ricadono tra i diritti di cui all’articolo 52 della Carta, che recita: «Eventuali limitazioni all’esercizio dei diritti e delle libertà riconosciuti dalla presente Carta devono essere previste dalla legge e rispettare il contenuto essenziale di detti diritti e libertà. Nel rispetto del principio di proporzionalità, possono essere apportate limitazioni solo laddove siano necessarie e rispondano effettivamente a finalità di interesse generale riconosciute dall’Unione o all’esigenza di proteggere i diritti e le libertà altrui».
Orario di lavoro e periodi di riposo L’articolo 2 definisce i termini «orario di lavoro» e «periodo di riposo» ai fini della direttiva: «Ai sensi della presente direttiva si intende per: 1. “orario di lavoro”: qualsiasi periodo in cui il lavoratore sia al lavoro, a disposizione del datore di lavoro e nell’esercizio della sua attività o delle sue funzioni, conformemente alle legislazioni e/o prassi nazionali; 2. “periodo di riposo”: qualsiasi periodo che non rientra nell’orario di lavoro;»
Nel caso della direttiva sull’orario di lavoro, tale interpretazione ha portato la Corte a interpretare il criterio «il lavoratore è al lavoro» come un criterio spaziale che indica l’obbligo per il lavoratore di essere «sul posto di lavoro» o «in un luogo determinato dal datore di lavoro».
- il lavoratore è a disposizione del datore di lavoro A questo riguardo, il fattore determinante è che il lavoratore sia a disposizione per fornire immediatamente le opportune prestazioni in caso di bisogno (88).
In linea con l’obiettivo della direttiva sull’orario di lavoro di garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori, la Corte ha sentenziato che «anche se l’attività effettivamente svolta varia secondo le circostanze, l’obbligo imposto a tali [lavoratori] di essere presenti e disponibili sul luogo di lavoro per prestare la loro opera professionale dev’essere considerato rientrante nell’esercizio delle loro funzioni» (91). La Corte ha infatti sottolineato che l’intensità del lavoro svolto dal dipendente o il rendimento di quest’ultimo non rientrano tra gli elementi caratteristici dell’«orario di lavoro» ai sensi della direttiva (92) e che il tempo in questione può qualificarsi come orario di lavoro «a prescindere dal fatto che […] il lavoratore non svolga un’attività lavorativa continua» (93). Quando i giudici nazionali sono chiamati a pronunciarsi sulla questione se un periodo di tempo debba essere considerato orario di lavoro o periodo di riposo, essi non devono limitare la propria analisi alle disposizioni del diritto nazionale, ma dovrebbero esaminare le condizioni che si applicano nella pratica al tempo di lavoro del lavoratore in questione (94). Testo da: Comunicazione interpretativa sulla direttiva 2003/88/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 novembre 2003, concernente taluni aspetti dell’organizzazione dell’orario di lavoro Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 2017/C 165/01
LA CONVIVENZA: C Super 54 ore alla settimana
Si è “indagato” al contrario, mentre bastava sapere l’orario di pausa TUTTO IL RESTO ERO PRESENTE SUL POSTO DI LAVORO per i malati, sia che preparo i pasti, pulizia della casa, amministrare farmaci, cure e cambio dei malati, medicazioni, è una continua presenza sul posto del lavoro, monitoraggio. La convivenza con i malati disabili è tutto questo.
Generalmente, cosa succede ai controlli INPS? Non si guardano che solo gli ultimi 5 anni. Allora il lavoratore domestico è costretto a perdere a prescindere.
Oltre ad essere costretti a lavorare senza mai contare straordinari – la paga è mensilizzata (stranamente del full-time, i contributi invece, no? Non ha forse l’orario un diretto collegamento con i tuoi contributi (con la pensione, disoccupazione)? Molto ingannevole, come se fossero due tipologie di contratto (nella stessa paga). Modalità usata per tenere il lavoratore “buono”, pagandogli il giusto stipendio (a tempo pieno, ma privandolo dei contributi). A chi giova questa formula inesistente legalmente, ma inventata per privare sia INPS dei contributi che il lavoratore? La risposta INPS, ITL e anche la Regione Piemonte INPS: <hai la copertura delle 52 settimane annue> basta guardare gli importi, arrivare allo sportello per richiedere la disoccupazione e scoprire che anche INPS E ITL, ti hanno dato una risposta a metà, illudendoti. Non sto qui ad analizzare la modalità dei calcoli INPS (perché la paga giornaliera dei lavoratori domestici è inferiore a quella dei minimi nazionali). Ma questo, per lo straniero, vale a dire essere disinformati. Nella risposta mandata all’Ambasciata (INPS/ITL), si è usata la persuasione che TUTTO è regolare al riguardo della copertura contributiva senza disturbarsi minimamente di CHIARIRE, che c’è una grossa differenza. Basta guardare l’importo di un trimestre di 54 ore (3835,39/ 15.340€ anno) ed uno di 30 ore ( 1973,25/ 7934€ anno) – se il minimo contributivo dal 2011 supera 10.000 € perché ingannare il lavoratore facendolo credere che TUTTO è in ordine? Mai calcolato vitto e alloggio in 7 anni e 9 mesi / tutto regolare e mi domando possibile? Altro paradosso – scrive nel contratto “vitto e alloggio” – sappiamo che in Italia il buono pasto è oltre 6 ore lavorative, con 5 ore sulla carta CISL, INPS, ITL, INL – valeva a dire che non aveva nemmeno diritto a mangiare in quella casa. A chi aveva 3 ore di “aria”, CISL toglie anche il pane.
Una settimana da incubo, gennaio 2019, riguarda il malato “invisibile” – per INPS, ITL, INL
I fatti: prima della denuncia, la figlia, mi annunciava sempre, a tale ora arriva il dottore per visitarlo, “tu sai meglio di me raccontare, poiché sei con lui tutto il giorno” (tranne la pausa). Dopo la denuncia, il contrario, tu non sarai più informata su chi verrà a visitare, troverai i nuovi farmaci prescritti sul tavolo, da amministrare e basta. Queste visite non hanno avuto il risultato che si sperava, un altro dottore, altri farmaci, la pressione del malato, sempre più ballerina. Io non avevo più voce in capitolo, ridicolizzata da INPS come persona che lo segue. Di lui si occupa l’altra ragazza, mi “correggerà una delle ispettrici” – questo valeva in teoria, in pratica si tratta di solo 2/3 ore gg, e veniva per entrambi malati se avreste mai pensato, cambiare la malata allettata – INPS non ha mai capito cosa significa. Quante ore ha la giornata? 24 – 2/3 – allora? Chi è che VIVE, DORME, CUCINA per loro tutto il resto della giornata? Irresponsabili è il minimo che si può dire.
Conseguenze del mobbing Quando in mezzo sono malati non autosufficienti, nello specifico, affetti da demenza … Che cosa comporta la demenza? Non saper mai raccontare se quello che hai visto, oppure sentito è reale, oppure immaginario, non saper raccontare nemmeno per bene quello che veramente ti fa male. Sensazioni di disagio che sono causate da fantasmi, e lo dico senza scherzare perché è una cosa molto seria, saper distinguere se nell’arco della giornata ha avuto comportamenti strani, insoliti, vuol dire conoscerlo per bene, non di sfuggita. Riuscire a farlo parlare e raccontare, e ci vuole una certa confidenza tra malato e chi lo assiste, perché diffidano, per capire se la pressione sale perché causata da questo, oppure è sereno e di buon umore e la pressione è salita di colpo. Queste precise informazioni vengono date da chi segue il malato non sporadicamente, ma costantemente INPS, poiché nel nostro caso erano vitali.
Si è andato avanti nel modo peggiore, la figlia e l’altra ragazza si messaggiavano tra di loro sul come gestire il malato, ignorandomi. Ogni volta che volevi dire qualcosa sul malato, capitata nella notte trascorsa, saltava un disprezzante: <Lo so, non c’è bisogno che me lo dici!>. C’era bisogno e come, non vanno seguiti malati via SMS INPS, ITL, è opera vostra, tutto quello che è capitato in quel periodo. Cosa fare? Avevo già notato che tra i farmaci da amministrare erano 4 tipi solo per abbassare la pressione, e questa andava giù fin troppo, giù – giù finché un giorno, quando nessuna di loro due c’era – io non avrei dovuto VEDERLO – stando alle carte, ma nella vita reale non si può abbandonare al proprio destino un malato in carrozzina, come hanno saputo fare tutte loro. Ringraziate Dio, che quella che per voi non valeva nulla, ha visto a volo che il malato sta perdendo il fiato, si accasciava e diventò giallo. Come fare da sola, INPS, con un malato che non poteva reggersi in piedi? Gli ho attaccato subito la mascherina, bombola con ossigeno e richiamato indietro la <ragazza che si occupava di lui> e che aveva finito già le sue 2/3 ore. Spostato in letto, sistemato stabilizzato, quando è arrivata la figlia gli ho raccontato e sono andata nella mia pausa. L’ambulanza fu chiamata dalla figlia in questo intervallo, era arrivato anche il dottore del malato fra tempo, sono ritornata al suono della sirena, mi chiese – non ricordo bene, (perché non ho chiamato l’ambulanza? L’ho rassicurato che ha ricevuto subito l’ossigeno al massimo e l’episodio con la ragazza richiamata, spostato nel letto con le gambe rialzate poi la pressione si era stabilizzata). Più tardi gli mandai messaggio via Whatsapp, spiegandoli che ho 2 anni da quando combatto con INPS e la figlia per contributi e per questo malato, NON E’ MIO sulla carta, sì in realtà. NON LO VOGLIONO MIO da nessuna parte, CISL, INPS. Adesso, dico io, INPS, se andava male – di chi era? Giorni prima, poiché ci sono stati periodi quando la figlia non mi parlava, cambiavamo i malati, gomito a gomito e non ti guardava nemmeno, suoi genitori, guarda su, giù – mai in faccia. Io non ero degna di essere guardata in faccia. L’altra ragazza, entrava alle 9 e ti diceva: <Oggi, non ho voglia di parlare!> è questo l’ambiente in cui, il malato invisibile per INPS viveva, era “monitorato” – banalizzato il mio lavoro nei suoi riguardi. Hanno saputo gestire la salute del loro assistito a modo loro. In una di quelle giornate di mutismo da parte della figlia, ho detto: <Guarda, secondo me, sono troppi i farmaci per la pressione!>. <Che ne sai tu, sei forse un medico?>. Se per 7 anni avevo guardato quei malati, con il fiume di farmaci che ho dovuto amministrare, qualcosa avrò pur imparato, ed è rimasta così, nell’indifferenza pura.
Verso la sera, la pressione inizia a scendere, a questo punto vado, suono alla porta della figlia, l’appartamento dove siete entrate (INPS): <Guarda, siamo nelle stesse condizioni, stessi valori di prima, chiama la guardia medica!>, io ho paura di dormire questa notte con lui in queste condizioni, nell’altra camera, la “mia assistita” in stato di semi-coma, si nutriva con una siringa da 2 anni. Arriva una dottoressa e inizia una visita meticolosa, quasi un ora per spiegare che certi parametri non sono in regola, palpebre, reazioni, ad alcuni stimoli non rispondeva … Quanto ha dovuto insistere la dottoressa, poiché la figlia insisteva, che non servirà a nulla, prenderà solo freddo e basta, era a gennaio. Ma in quelle condizioni era meglio? E se questa notte gli capita qualcosa? Ha ceduto nella maniera di chi alla fine ti dice, vedrai che sarà inutile! Viene chiamata l’ambulanza che a sua volta chiama un’altra per fare ECG, la stanza piena di persone, il malato rispondeva, era cosciente, valori bassi ma stabili. Erano alla conoscenza delle altre due ambulanze: <Signora, visto che è capitato di nuovo andiamo a vedere cosa veramente ha, che sia freddo oppure no>. Ad un certo punto, il dottore dell’ambulanza, si siede per scrivere la relazione e chiede normalmente: che farmaci prende questo malato, insomma, tutti i farmaci che prendeva. La figlia nomina solo alcuni, l’ho guardata un po’ di traverso e vista l’indifferenza (eravamo in guerra grazie a voi e alle bugie dichiarate), ho fatto un passo avanti e ho puntato il dito sulla lista di farmaci che la figlia aveva scritto grande per tutti quelli che vengono a seguire il malato, l’orario di amministrazione di ognuno dei farmaci, poiché ogni malato aveva la sua lista. Una volta letta, il dottore ha detto subito: <Ma signora, prende troppi farmaci per la pressione!>. Ha individuato subito perché quella pressione continuava a scendere a dismisura. Andrà in ospedale, con il padre e la 4° ambulanza. Il malato aveva tre notti da quando non riposava bene, io pure non avevo dormito che a pezzi tutta la settimana – pazienza! Sono ritornati con la stessa ambulanza: era venerdì mattina 18/01/2019 tra 02:00 e 03:00. Il mio cuore era stremato, tra sdegno e stress estremo. INPS mettetevi in testa di non permettervi mai più di giocare con la vita altrui, malati, lavoratori, è crudeltà.
Ritorno al racconto della mattina di venerdì Tornata, molto arrabbiata perché vedrai che avrà la bronchite, qua e là, ha detto una cosa strana, per cui io ho voluto che “quella cosa” , me la deve scrivere, non a parole ( pag. 344).Visto che non è mio malato, INPS/ CISL ma mi tocca guardarlo lo stesso, <se la pressione si abbassa come l’altra volta, giù, giù, di non chiamare l’ambulanza, perché per questa tipologia di malati, Corpi di Lewy, è quasi regolare avere questi sbalzi estremi della pressione>. Lascio immaginare: il dottore che alle 14 ti rimprovera perché non hai chiamato l’ambulanza e la figlia dopo 12 ore che ti dice tornando dall’ospedale, 4° ambulanza, che <non bisogna chiamare l’ambulanza se la pressione è troppo bassa>. L’ho fatta scrivere. Da quella data alcuni farmaci non si davano che solo se la pressione era tra certi valori, mai prima di averla misurata: ed era tutto quello che ci voleva per stabilizzarsi. Flebo un giorno sì uno no per entrambi malati … Questo il clima il mio vissuto della settimana in cui sono andata in udienza al Direttore del ITL Alessandria, 14/01/2019, che non ha avuto voglia di trattenere il mio esposto; (pag. 67), ITL – avevano archiviato, tutto era regolare. Chiamare “regolare” il fatto che dovevo parlare con la malata <la figlia mi rideva in faccia, cosa vuoi da me, è lei il tuo datore di lavoro!>. Quando ha fatto il contratto per conto della madre, non comunica le ore, firma le buste paga dalla prima all’ultima e dichiara il falso ai verbali, chi era lei? E’ responsabile oppure no delle sue azioni? CISL è responsabile oppure no, a combinare questi guai, INPS e ITL pure? Gestivano il malato a modo loro, Carmen sempre in mezzo. Capiti quel che capiti, sarà colpa sua. E no, sarà colpa prima di CISL, INPS, ITL. La verità fu raccontata l’Ambasciata, facendomi passare per una che “pretende ragione”? (pag. 87 e 88). Tutta questa irresponsabilità c’è in Italia al riguardo dei malati non autosufficienti! Al mattino presto si presenta la figlia, (Dio mi perdoni, non ho mai incontrato una persona che non dorma, non si ferma mai e sia così brilla, io non aveva dormito da 3 notti, ma nemmeno lei). Aveva già telefonato a lavoro, si è preso un giorno libero/ L. 104, aveva deciso di dare libero all’altra ragazza, mi dice: <oggi lavoriamo insieme>. Parlava, era lei mio capo, no? E’ stata sempre lei a dirigere tutto, adesso stavo io male. Oltre stanchezza più sdegno in quei battiti impazziti, misuro la pressione, tutti valori oltre il massimo, prendo due pastiglie e telefono al mio dottore (lo stesso della malata). Ho questi valori della pressione, non dormo da tre notti, cosa faccio? Vieni nello studio! Alla figlia gli dico: <Come mai se sapevi che non dormo da tante notti, non hai chiamato la ragazza, lei gestisce tuo padre con le sue 2/3 ore, visto che hai tutta questa energia, io non c’è l’ho più!>. Abbiamo cambiato solo uno dei malati e sono partita, avevo 3 giorni da quando cercavo di parlare col maresciallo di tutta questa storia assurda e crudele. Da straniera, trovo assurdo subire e non aver alcun modo di fermare il mobbing. E’ come tenere un peso sul cuore, alla gola qualcosa che ti soffoca, non sopporti la persona che ti avvelena la vita eppure devi continuare a lavorare, perché INPS e ITL non sono in grado di gestire simili situazioni. Sono però in grado di archiviare e ordinare che alla sottoscritta i contributi non vengano recuperati, non ci potevo credere a sentire questo dalla bocca dell’avvocatessa della controparte. “INPS mi ha telefonato e purtroppo non si può più fare nulla nel tuo caso”. Ed è per questo che si scriverà questo libro, come <Lettera aperta al Presidente della Repubblica Italiana, Egr. Sergio Mattarella>, Magistrato, poiché la parte cartacea fu già mandata al Palazzo del Quirinale, un anno fa (pag. 137/138), insieme alla relazione mandata a ILO ROMA e ILO GINEVRA (pag. 139). La risposta ricevuta dalla Segreteria (pag. 241) e la mia risposta alla Segreteria (pag. 242).
Andai in caserma (18/01/2019), le nove e qualcosa. Immaginate che parlavo solo io e lui ogni minuto, guardava il telefono, era senza importanza la “mia confessione”, poi ti domandi a cosa mai servono le istituzioni, dove bussando non riesci a far valere né la tua dignità, né la tua libertà? Dava segni che ha perso tempo ascoltandomi … Insomma, sentito tutto: <Lei ha testimoni?>, oltre tutti vicini suoi di casa, tutti suoi parenti che nel arco di 7 anni … Non avevo lavorato in un bosco, in affitto alla figlia anche un carabiniere. Soluzione: bisogna andare ad un patronato – Va bene, MA FRA TEMPO? Subire ancora un po’? Mio verbale del 05/03/2018, non ha più quel contenuto (pag. 39). Dopo 6 anni si è svegliata e ha imparato a scrivere, “mi stavo segnando le ore e stavo cercando “di ricontrattare la mia posizione” con la malata in semi-coma oppure con la figlia? Non si è mai capito dai verbali QUESTO PARTICOLARE. Non parlano di FOGLI RICALCANTI, UNO PER ME, UNO PER LA FIGLIA COME PROVA (pag. 25) rifanno e ridicolizzano l’intero contenuto. La realtà dei fatti è (pag. 26 – 37). Ogni mio verbale inizia con: “il 01/11/2011” – e già da lì. Maresciallo: cambio il discorso verso le attribuzioni del sindaco, se io mi lamentassi con lui – no, il sindaco non può fare nulla, non posso lamentarmi. Che non posso, non devo, non ho diritto di lamentarmi di quello che io considero ancora oggi un abuso alla libertà personale. Da straniera, avevo bussato alle uniche due porte che lo Stato ha sul territorio, non gli avevo detto, che per il sindaco (pag.125), avevo già lasciato un esposto con tanto di numero di protocollo in Comune, il giorno prima. A sette giorni dal ricevimento dell’ingiustizia – sentenza, busta mandata dall’INPS Alessandria, il 11/01/2019 che non rispetta i termini legali (pag. 61 e 62), per denuncia del 18/10/2017, risponde con lettera interna datata 05/10/2018 – per dirti che altri 7 mesi fa, cioè 16/03/2018, abbiamo – ARCHIVIATO. Con malati in quello stato, la salute fisica e psicologica a pezzi, pensare che anche il Dott. Sergio Fossati, ha rifiutato la consegna a mano per tutta l’udienza, la relazione preparata, non interessa la verità a ITL. A me costò una notte insonne. Comunque il 15/01/2019 l’ho mandata via e-mail (pag. 67). Da credente mi stupivo quanta pazienza ha un Dio per lasciarli fare tutto questo serenamente. La misura non era ancora colma, bisognava ancora raccogliere, sino ai nostri giorni. Bisognava provare in prima persona: il cittadino straniero, “usufruito” non ha sul territorio del Comune alcuna porta dove bussare e riferire, <io ho questo problema … un’ingiustizia in atto, non posso più sopportare il peso> (pag. 125) nessuno mi vuole ascoltare che ho due malati in cura e non è vero che ho lavorato solo 5 ore al gg e che tutti attorno lo sanno. Ecco perché dico, INPS, bisognava filmare? Bisognava spingermi a tal punto, perché voi scrivete senza verificare, senza rispondere di quello che scrivete, firmate, mettendo a rischio la vita dei malati, del lavoratore e farli perdere anche i contributi? Il pane? La mia pressione quella mattina era 167/98 – 140 pulsazioni; 149/100 – 142 pulsazioni (pag. 343) Quella del malato invisibile in cura, la sera prima che arrivasse la guardia medica, era 91/49 – 49 pulsazioni (pag. 342) – 70/47 – 59 P (pag. 339) – 82/51 – 50 P (pag. 340) – 83/58 -58 P (pag. 341). Ho fotografato i valori perché dove l’omertà regna sono si è mai al sicuro. Protocollo della mia malattia INPS n. 222918710/ del 18/01/2019 per due giorni. Certificazione: MOBBING a 360°.
Avevo fatto pure io il giro dei sindacati, un po’ per verificare l’onestà di ciascuno, poi anche via e-mail a 5 sindacati, presentando proprio le 3 condizioni base dell’indagine: “causale” – “parole chiave, quelle che fanno la differenza”: malata di Alzheimer , CS convivente e 30 ore settimanali (pag. 15 e 297). Non ho chiesto a CISL, avevo già mandato due e-mail (pag. 317/318), oltre ai nostri giorni tanti tentativi andati a zero risultati. E dico: sarò io non in regola, soffrirò di qualche morbo di “giustizia immaginaria”, visto che non mi hanno mai considerata in tutti questi anni? Ho però presente lo sguardo dei malati, quelli che non parlano e ti guardano in un modo quando stanno male, per dirti: <tu sai cosa devi fare, aiutami per favore!>.
Ho sempre vissuto da bambina con questa convinzione:
“ All’inizio le battaglie le vincono i falsi, perché sono troppo furbi. Ma la guerra la vince l’onesto, perché persevera nella pazienza e nella giustizia”. (L. Valentinis)
LA DENUNCIA COME CONTRATTI TRUFFA
https://www.carmenwebdesign.it/s-o-s-contratti-truffa-cisl-casale-monferrato-non-trovati-come-tali-perche/
Il lavoratore può aspettare 3 governi con ministri cambiati e un derubato … speriamo sia la volta buona
https://www.carmenwebdesign.it/sportello-dignita-ideato-da-carmen/