Ogni vita umana è preziosa, unica, irripetibile. Il valore dell’anima è infinito.
Tutte le vite umane, vengono al mondo una sola volta – dunque, coloro che dichiarano che ci sarà una seconda, terza e … non raccontano il vero. Io stessa, leggendo i libri che aveva comprato mia sorella, 14 anni più grande di me, per un po’ ci sono cascata – la reincarnazione. Ad oggi non credo più.
Avevo creduto, almeno accettata come credibile questa variante perché non avevo ricevuto alcuna risposta concreta, tutte pre-confezionate: un <<no>> secco, senza alcuna argomentazione, un <<è così e basta>>, non bisogna chiedere perché. La nostra mente scava, setaccia e cerca sempre. Una volta afferrata la verità, il senso del perché, non si dispera più, quel problema, a livello dell’anima, della comprensione, non si ripresenta più, perché la verità guarisce, libera e dà un senso a tutte le cose, eventi.
Per esempio: un evento tragico, un depistaggio, una verità traviata. Tu non ci credi, non sei convinto e nonostante tutti diranno una cosa, il tuo intuito ti conferma ben altro. Un mondo invisibile, alleati celesti lavorano sempre dalla parte di chi cerca la verità, non per vantarsi di aver scoperto – ma perché la verità salta sempre fuori, è inarrestabile. Proclamata, illumina, dà un senso: nel bene, nel male – sapere come sono andate veramente le cose, cambia la storia di ogni racconto. Negli scritti di Santa Caterina da Siena <<Il Dialogo della Divina Povvidenza>> il Dio Padre spiega a il perché di tantissime cose, ciascuno cerchi di scoprire con forze propri, poiché la sua anima riconoscerà se è vero quello che si dice.
La non risposta, il depistaggio, rimandare su piste sbagliate per anni, decenni, porta intere generazioni, pigre nel indagare, verificare se è vero quello che va raccontato dai libri di storia, prendono tutto quello che splende per oro.
Chi ha vissuto in ambienti dittatoriali, dove la falsità era trasformata in <<ossigeno da respirare>> riconosce bene il falso dal vero, vuole convincersi e la notizia vuole tradurla a modo suo, verificarla.
Ma io non ci cascavo in questo vortice del <<non senso>>, perché avevo trovato il senso a tantissime cose, dopo averci scavato per anni e anni.
Parliamoci chiaro, oggigiorno chi da non cristiano, ateo finché si vuole dichiarare al mondo (ma se tu già incroci le ditta, fai il gesto delle corna … non sei più ateo, riconosci che c’è <<qualcosa>> che regola eventi, usi la parola sciagura, sfortuna), riprendo – lo stato di <<salute>> della fede tra cristiani è contaminato a 90 per cento dalle superstizioni e tradizioni svuotate dal senso antico. In un solo punto della Bibbia, sta scritto che dopo quattro generazioni, nessuno si ricordava dei miracoli che Dio aveva fatto per il popolo ebreo. Dal evento – la loro liberazione dagli egizi, alla quarta generazione era già intervenuta la dimenticanza, come nulla fosse.
La fede va praticata, non è teorica solamente, non basta sapere, bisogna trasformarla in norma di vita. Come un malato che ha la ricetta in mano, compra anche i farmaci, ma non vuole assumerli: a cosa serve? A chi sta mentendo? Solo a se stesso. Tutta la dottrina di Gesù è un praticare oppure no quello che ci chiede.
Cosa vale studiare per anni la Sua dottrina e non essere capace di trasformarla in norma di vita.
Chi si presenta oggi in veste di cristiano e mente, è forse un vero cristiano? Chi oggi ha più pietà del proprio animale, mentre del suo fratello di sangue non ne vuole sapere, è forse un buon cristiano? Chi vede, viene alla conoscenza di cose non regolari e affonda la testa sotto la sabbia, per scusarsi che <<non lo sapevo>> a chi mente oltre se stesso? L’Onnipotente, Onnisciente – non ha bisogno che qualcuno di noi racconti <<la sua variante>> . Ogni nostro racconto è già testimonianza vera/falsa – in base a questa testimonianza pende sopra la nostra testa una punizione, oppure una liberazione. Se tu per non perdere una tua posizione, preferisci mentire, tacere una verità che può scagionare un innocente: diventi colpevole a pieno carico. Sta nelle tue mani essere oppure non essere onesto. Non esiste attenuante per la disonestà per scelta. Libero arbitrio testimonierà sempre, la voce della tua coscienza e non c’è nessuno che non abbia una coscienza, (perdonati solo i malati psichici) – sarà il tuo giudice. Tu stesso saprai dare la sentenza nei minimi particolari, perché saprai valutare la tua stessa falsità con precisa certezza.
Come nella fase del uso di un defibrillatore, pensate al paziente che rischia la vita e tutto appeso a quel apparecchio, MA – “sfortunatamente” chi si trova in quel istante nelle vicinanze, non è un addetto ai lavori, non è capace di usarlo, così perde tempo prezioso e si rischia tutto invocando un miracolo.
La nostra logica ci porta a <<non pensarci nemmeno>> che nella squadra dei soccorritori, non ci sia chi è specializzato in reanimazione, addetto e conoscitore al uso del defibrillatore: non possiamo concepire – la non esistenza di almeno uno in grado. Pensate che nella fede in Dio, in Gesù Cristo, le cose stanno diversamente?
Sappiamo con certezza che i discepoli di Gesù, seguendo il Suo insegnamento non lasceranno che la fiammella si spenga, sono in grado di riaccendere <<il fuoco>> dalla cenere, basta una scintilla … Sono animati da quel soffio divino che rianima la fede quasi spenta.
Adesso uno dirà, bisogna elencare i segni – <<il codice della strada della fede>>.
Sono umani al cento per cento, vivono <<impastati>> con tutte le faccende che la vita oggi ci presenta, ma sono in grado di distinguere, il lavoro del nemico, il più vecchio nemico – l’autore del male di ogni genere, come seminatore della zizzania tra uomini e popoli, tutto in chiave di fede.
I giornali, telegiornali nazionali
Cercate di seguire passo passo, le notizie che vengono annunciate in ogni paese – sia nella pagina nazionale, ma soprattutto internazionale. Non ci si perde più tempo ad annunciare né il numero di guerre che giornalmente esistono in tutto il mondo, come se un morto di una certa nazionalità vale meno di uno di nazionalità – non di loro interesse. Già la nozione, classifica di Terzo Mondo, suona una classifica di parte.
Per quello che il nostro pianeta in chiave cristiana rappresenta è una sola grande famiglia, nutriti al seno della stessa Terra madre. Chi più fortunato, chi più sfortunato nella geolocalizzazione – nella Bibbia, leggiamo che una volta si è sorteggiato … Ma leggiamo con tristezza che c’è stata pagata con tanto sangue anche la colonizzazione forzata, il più forte contro il più debole, in casa sua. Qualcuno ha pensato che può riattualizzare questa piaga del passato, ravvivando la memoria di molti popoli ancora sotto dittatura, sotto dominio, sotto la prepotenza. Alcuni all’ombra solo perché <<sfortunati>> di avere un vicino che non sopporta che qualcuno si avvicini più di due frontiere. A pro di cosa? Non basta solo volerlo, per stare al mondo come esseri umani rispettiamo alcune regole, per stare al mondo come nazione – non basta voler dominare con forza, nessuno ha bisogno di prepotenza di nessuno. Non più, mai più – ma è valido per tutti? E’ valido solo nei cerchi stretti? Per stare al mondo come nazione, per essere rispettati come tali, bisogna rispettare i propri limiti. La storia ci ha tristemente ricordato ricorrenze di tragici eventi annualmente: al posto di sanare piaghe si creano nuove ferite, morti senza fine, perdite smisurate. Ogni guerra è una guerra civile, quando la morte subentra non esiste nessuna vittoria: a destra e a sinistra pianti, vedove, orfani, terra contaminata, acque avvelenate. Nulla che ci porti sorrisi, bambini senza infanzia e cimiteri pieni.
A cosa ci ha portato la nostra tecnologia onestamente? Potevamo essere i buoni samaritani del mondo rinnovato ed eccoci senza pietà alla scoperta del nuovo modo con cui il più ricco prevalga il più povero, per arrivare dove? Per raccogliere cosa? Disastri, catastrofe e pianti ovunque. Eppure, si può anche sperare e non è utopia. Lasciare la libertà alle persone di decidere da che parte stare: costruire, aiutare, soccorrere anche i fratelli poveri, oppure far finta di nulla e girare la testa. Io credo che ogni nazione dovrebbe decidere la sua sorte, non essere condannata, impossibilitata a non poter rialzarsi mai. Hanno bisogno di aiuto, ma non solo di mangiare, ma di rinascere, essere aiutati onestamente in tutte le fase della crescita, sino alla completa autonomia. Quando tutti avranno il livello di dignità assicurato, nessuno avrà bisogno di rischiare la vita per cercare quello che ha già.
In certi posti il laccio è meno tirato, sembrerebbe quasi un popolo libero, ma basta scrivere tre righe non conforme al pensiero collettivo e si è subito scartati, eliminati, cancellati.
Tutto il mondo è paese
In una forma o nell’altra, la corruzione, la dittatura, la prepotenza sui deboli, poveri, malati usa <<lo stesso linguaggio>> dei disumani. Chi non è oggi in grado di leggere tra le righe di notizie formali, tanto per, il malessere generale che regna da parte a parte di questo pianeta. Una ricchezza che non sappiamo nemmeno con quanti zeri va scritta – nelle mani di pochi, debiti e un futuro sempre più lontano per il vero benessere della maggior parte dei popoli – poverissimi, impoveriti direi <<ad arte>>.
Studiare, non significa solo saper leggere e scrivere, ma si rischia di saper diventare bravi nella lettura del come vengono raggirate le sorti di tanti paesi, già in ginocchio da decine di anni. Si rischia di non voler più stare piegati e alzarsi in piedi, poi alzare anche lo sguardo al cielo e chiedere aiuto perché – quasi una maledizione, si rompa. La catena della corruzione si spezzi e la gente inizi a collaborare veramente, facendo scambi anche senza usare il denaro, ma solo con le materie prime. Aiutarsi a vicenda con la tecnologia, fare passi da giganti, bruciare le tappe e dall’epoca di bronzo arrivino ai satelliti: tutto si può fare, volendo.
Lo sguardo del cristiano vede oltre, vede che tutto questo si può, che il problema migratorio si può risolvere in loco, creando le giuste e dignitose condizioni di vita all’interno di tutte queste popolazioni portate all’estremo. In fondo, la vera missione dei cristiani è promuovere l’uomo, ma soprattutto aiutare le persone ad aiutarsi, costruendo ponti di dialogo. Non è più possibile pensare oggi che a qualcuno servi essere solo ed esclusivamente una super potenza, solo perché ha armi più micidiali, può uccidere più veloce, può causare danno irreparabile più di tutti gli altri, oppure ha il territorio più vasto al mondo, le risorse più di … guadagna più di …
In chiave cristiana tutto va tradotto: chi più ha ricevuto – (e non sono le risorse della terra che si occupa sul pianeta – un aver ricevuto dal suolo su cui la sorte ti ha collocato?) avrà di più da presentare come ha fruttificato, ma non solo per proprio egoistico tornaconto, ma nella relazione di fratellanza tra popoli. Nemmeno s’immagina che un popolo ricco di risorse, abbia la sua stessa popolazione che versa in povertà, privo del benessere e dignità, che sono silenziati nel grido delle ingiustizie subite e tutta la serie. Non si può progettare di andare su altri pianeti, mentre non si è in grado di vivere dignitosamente in casa propria.
Quanti territori sono ancora inesplorati, chissà quante ricchezze nasconde ancora il nostro pianeta, solo perché si trovano in territori di Stati poverissimi e nessuno ha mai voluto aiutare questi poveri a scoprire le loro stesse risorse. Siamo sicuri che abbiamo scoperto tutte le risorse che si trovano sulla terra? Tutta la storia dei nostri antenati è chiara? Nulla più c’è da scoprire? Eppure io credo che anche sotto la sabbia, ci può essere molto da scoprire, tante storie del passato magari sono nascoste come sotto la cenere di vulcano, come a Pompei. Sotto – nel fondali credo sia molto ancora da scoprire … avevo letto da qualche parte che Gesù abbia confidato ad una mistica che noi non sappiamo della potenza delle piante che solo un trenta per cento. E se il rimanente settanta per cento porterebbe alla cura di tantissime malattie ad oggi incurabile? Perché si è abbandonato un vero programma per umanizzare la malattia e la morte, per curare con amore e non solo con “rendimento di utile guadagno” il malato? Si cura più la malattia e si abbandona il malato, tutto per guadagnare di più, mentre l’unico guadagno che ci rende nobili d’animo è la persona umana. Qualunque sia l’esito, curate la persona, questa è la vera priorità. Mai asciare soli i malati, mai privati della dignità, disperati nei dolori e miseria. Questa è la vera missione di questa generazione. Tutto il resto sono cose senza grande importanza: la casa, un letto, il cibo, un lavoro, la garanzia di non essere abbandonati a se stessi quando la malattia si presenta, non soli.
Spendere miliardi nella distruzione, non è un piano civile. La parola guerra doveva già scomparire dai dizionari. Anche i militari hanno diritto ad avere una famiglia, viverla, una gioventù, non è un mestiere uccidere. Gesù voleva perdonare Giuda, il sogno di Gesù è di non creare più sistemi politici che regnano grazie a gente come Giuda. Anche Giuda aveva una madre e pensate che era tra le donne che aiutavano Maria. Quanto dolore ha provocato Giuda alla propria madre? Quanto dolore provocano i Giuda di oggi alle loro madri, ai padri? Anche loro sono stati bambini, nati innocenti – forse non sono stati amati, forse sono stati usati, traditi, mentiti, sfruttati. Ma ogni cerchio va chiuso e non bisogno rispondere al male con un altro simile. Se tu rispondi alla menzogna con una menzogna più grande, hai risolto qualcosa?
Se ho un sogno? Stravedo che i popoli poverissimi diventeranno ricchi e a loro volta in grado di valutare se aiutare oppure no, chi OGGI è ricco, ma domani sarà povero – valutare se aiutare chi a loro non ha prestato soccorso, e, grazie alla Mano provvidenziale del Unico Dio, Creatore del Cielo e della Terra, riconoscendo da chi è venuta la loro ricchezza: AIUTERANNO senza chiedere nemmeno indietro, da chi si saprà sin dall’inizio che non potranno dare indietro, perché sarebbe disumano. Dare, aiutare, soccorrere in chiave cristiana è dare senza aspettare più in cambio, dare largamente per amore di Dio, Lui provvederà anche a sfatare la PREVIDENZA meschina – puramente umana, saprà ricompensare chi largamente dona nel Suo nome, riconoscendoLo come Padre amoroso, Divina Provvidenza. I poveri devono aiutarsi tra loro, i poveri hanno sempre qualcosa che possono donare, i ricchi difficilmente strappano dal cuore gonfio di superbia qualcosa. Anche se può sembrare che <<oggi piove su bagnato>>, contate i giorni, perché dopo che Dio mette alla prova la carità di ogni popolo nel confronto degli altri, come un esame generale, traccia i termini e rovescia i piani, i troni dei potenti di turno. Sembrerebbe che non abbia inizio la discesa, ma è un attimo, al Suo segnale si scatena l’impossibile. Come alla fine della partita vengono dichiarati i vinti e i vincitori, a sorpresa salteranno nuovi e nuovi elementi, particolari che cambiano le carte e non raramente chi sembrava sortito vincitore, sarà vinto. Non è nulla come sembra ai nostri occhi, c’è dall’alba dei tempi una guerra parallela, invisibile, questa è quella che attesta il vincitore. Una guerra spirituale oltre quella fisica, come quella del malato dell’anima che a volte guarendo spiritualmente rinasce anche fisicamente. Io credo in questo tipo di vincita, tra bene e male, dove Dio può trarre anche dal male il bene, dove il sterco diventa concime e fa crescere di più l’albero della nostra vita. Per questo, il male che ci capita, rafforza spiritualmente, ti fa alzare la testa, chiedere aiuto al cielo abbandonandoti nelle Sue mani e trasformare la tua tribolazione in concime, i tuoi peccati in concime – aiutano a crescere e a saper leggere in ogni particolare della tua vita, la Sua mano pronta ad aiutarti.
A coloro che credono in fatalità, sappiano che non esiste: tu sei libero di decidere se piegare la testa subendo, oppure dire basta. Lottare per la tua dignità, lottare pacificamente però, dichiarando apertamente il tuo pensiero, essere coerente, non voltagabbana e voltabandiera – ogniqualvolta per un denaro in più, qualcuno cerca di comprare il tuo silenzio, rinunciare ai tuoi ideali, alla tua nobiltà d’animo. Tu sei unico, irripetibile nel corso della storia, qualcosa nel meccanismo divino è assegnato a te. Cerca di essere fedele al tuo più intimo pensiero, fai la tua parte e questo meccanismo che sembra bloccato inizierà a funzionare. La corruzione è il freno che non fa mai funzionare la macchina della democrazia, la sclerosi che blocca il movimento della macchina statale – a qualunque latitudine essa si trovi. Non collaborare mai con la macchina della corruzione, altrimenti sarai un contribuente al malessere generale del tuo Stato, della Tua nazione. Tu rifiutando, fai la tua parte, prima o poi rimarranno senza combustibile e saranno rottamati. Preghiamo che questo accada al più presto.
Dio conosce bene chi, dove lavora nella corruzione, ma ha bisogno di cittadini onesti per epurare le acque della vita da simili elementi. Segnalate, evitate e cercate di stare alla larga da ciascuno di questi posti: un pezzo di pane non intinto nel olio dell’ipocrisia, ci sarà anche per voi. Per ogni conquista, bisogna pagare un prezzo, la sorte di chi non partecipa a questi banchetti maledetti è stato sempre alto. Vale la pena andare dritti, poiché il tempo della mietitura è vicino: a nessuno Dio dà un peso oltre le sue forze, anzi, una volta dato il compito, è dato anche l’aiuto, il Cireneo, la Veronica. Non abbiate paura, la vostra battaglia non è solo per i nostri tempi, ma è per tutta l’eternità. Gli immortali sono coloro che hanno tracciato la strada della pace, della giustizia della dignità di ciascuno – insegnamenti universali, validi per ogni tempo, e ogni nazione. Tutti i popoli sono fratelli, perché Dio è Padre per tutti, come la Terra è una, uno il Sole che la riscalda e una la Luna che la ripara, segnando il tempo del riposo, dopo la santa fatica. La notte è anche il tempo dei traditori, dei menzogneri – la loro sorte è segnata, la loro fine è scontata, ma possono cambiare anche loro la condotta. Contrariamente ai nostri comuni concetti, se qualcuno di loro ritorna veramente sui suoi passi, se più cattivo era – Dio può fare miracoli, se il peccatore vuole. Il cuore umano è più duro della pietra. Gesù avrebbe perdonato anche Giuda se non avesse scelto il suicidio, ma avrebbe chiesto perdono. La Madonna pregava per questo. L’orgoglio e la disperazione sono micidiali: l’umiltà e la misericordia divina oltrepassano le umane aspettative. Quel andare alla ricerca della pecorella smarrita e ritrovarla, genera ancora oggi discussioni, perché Dio vuole festeggiare un cattivo che si è pentito di tutti i suoi peccati. Noi non vogliamo perdonarlo, mentre Dio sì.
Ho fatto il giro del Google Mappe e ho visto cose bellissime grazie a chi ha voluto testimoniare con una foto il bello che c’è da quella parte. Temevo che in alcuni posti non fosse acqua, mentre ho trovato cascate e paesaggi stupendi. Abbiamo tutte le carte in regola per riprendere la sorte di questo pianeta nelle mani più responsabile, rispettose per ringraziare Dio e richiamare alla normalità chi è momentaneamente <<fuori di se>>. Preghino tutti quelli di buona volontà una semplice preghiera che <<la Signora di tutti i popoli>> ha richiesto di fare: <<Signore Gesù Cristo, Figlio del Padre, manda ora il tuo Spirito sulla terra. Fa’ abitare lo Spirito Santo nei cuori di tutti i popoli, affinché siano preservati dalla corruzione, dalle calamità e dalla guerra. Che la Signora di tutti i Popoli, la Beata Vergine Maria, sia la nostra Avvocata. Amen.>> “ … molti uomini hanno conosciuto Maria come Maria. Ora però voglio essere, in questo nuovo tempo la Signora di tutti i Popoli. Questo è comprensibile a tutti” (2 luglio 1951) a Ida Peerdeman, una donna ad Amsterdam .
Non è un messaggio di stile, ma una lettera di cuore, perciò io non bado che al messaggio di cuore, niente più. La bellezza del creato non è proprietà di chi fa lo scatto, la sua è una testimonianza: il cristiano che ammira uno scatto non adora chi l’ha fatto, ma il creatore che ha creato il capolavoro che è il mondo. Tra l’opera delle nostre mani e la bellezza della natura … c’è un mondo. Certe nazioni faticano a mantenere le eredità ricevute in consegna, figuriamoci averle costruite loro, faticano a spolverarli, a pulire l’impianto … a riparare qualche crepa … Ogni popolo onora i suoi eroi, i suoi defunti. Non c’è popolo che non abbia il Suo Tempio, la Sua fede, tutta la storia, l’archeologia lo attesta. I mali generali sono: la corruzione, le calamità e la guerra, preghiamo che Dio ci salvi da questi mali universali.
La Terra è la nutrice, la stessa che nutrì i nostri nonni, i nonni dei nostri nonni e tutte le generazioni dalla prima famiglie umana ai nostri giorni. Noi abbiamo inventato mezzi per lavorarla, sfruttarla di più, sviscerarla sempre più dentro, ma lei è sempre la stessa: più stanca, più avvelenata, meno ringraziata, meno rispettata. Bisogna amarla, rispettarla, tutelarla e lei farà lo stesso. Abbiamo inventato di tutto per spiarci, perché non ci si fida più. Qualcuno aveva detto tempo fa che la richiesta di prestare il giuramento è una mancanza di fiducia: fin dove portò la menzogna, che ha come radice il bacio del traditore, un tradimento sigillato con un gesto d’amore è l’apice del decadimento. Cosa abbiamo risanato dal bacio del traditore in poi? Mille altre strategie d’inganno dai più giovani, ai più anziani, a livello di nazioni non è forse lo stesso? Non c’è pace senza giustizia, perciò: mai illudersi di ottenere la pace senza giustizia, è il suo frutto maturato dopo molte fatiche.
La grande fede è di quella donna cananea che non badava alle incomprensioni tra il suo paese di origine in lotta con gli ebrei, lei chiedeva a Gesù la guarigione della figlia indemoniata, perché sapeva che solo Lui poteva guarirla. Solo Tu puoi se Vuoi. Cosa non fa una madre che ama per guarire suo bambino? Tutto il possibile. Cosa non farà la Madre dell’umanità, la Regina della Pace, la Signora di tutti i Popoli se umilmente gli chiediamo aiuto? Anche l’impossibile se noi amiamo Suo Figlio.
https://www.carmenwebdesign.it/fratelli-tutti/
Gentrificazione
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Gentrificazione (in inglese gentrification) è un concetto sociologico che indica il progressivo cambiamento socioculturale di un’area urbana da proletaria a borghese a seguito dell’acquisto di immobili, e loro conseguente rivalutazione sul mercato, da parte di soggetti abbienti[1]. Sinteticamente, può essere definita come processo di imborghesimento di aree urbane un tempo appannaggio della classe operaia, la quale è progressivamente rimpiazzata non potendo più economicamente sostenere i nuovi standard qualitativi del luogo di residenza.
Il processo di gentrificazione è in genere il risultato di una crescente attrazione verso un’area da parte di persone con redditi più elevati che si riversano dalle città, paesi o quartieri vicini. Ulteriori passi sono maggiori investimenti in una comunità e nelle relative infrastrutture da parte di imprese di sviluppo immobiliare, governo locale o attivisti della comunità e il conseguente sviluppo economico, maggiore attrazione per le imprese e tassi di criminalità inferiori. Oltre a questi potenziali benefici, la gentrificazione può portare alla migrazione e allo sfollamento della popolazione. Tuttavia, alcuni vedono la paura dello sfollamento, che domina il dibattito sulla gentrificazione, come un ostacolo alla discussione su approcci autentici progressisti per distribuire i benefici delle strategie di riqualificazione urbana.
https://it.wikipedia.org/wiki/Gentrificazione
Nei tempi di crisi mondiale si usava <<il calmiere>>
“Col termine calmiere (dal greco kalamométrion) si intendono quelle politiche di regolamentazione e restrizione sui prezzi per i beni e i servizi venduti sul mercato. Questo tipo di misure viene talvolta presa dai governi per mantenere la convenienza dei beni durante una penuria degli stessi, per contrastare un aumento eccessivo dei prezzi causato da un’inflazione più alta, in caso di monopolio di un determinato bene o servizio, oppure al contrario per assicurare un livello di guadagno minimo per i produttori di certi beni, oppure ancora per raggiungere un certo salario di sussistenza.
L’introduzione di un calmiere può essere motivata da ragioni politiche, ovvero dal tentativo di tutelare i lavoratori salariati e i pensionati dagli effetti deleteri dell’inflazione. Tuttavia questo tipo di misura economica ha gravi limiti: c’è un alto rischio di speculazioni, per cui i prodotti calmierati vengono nascosti e rivenduti soltanto al mercato nero con prezzi molto più alti (sostanzialmente quelli dettati dalla legge della domanda e dell’offerta), oppure c’è il rischio che i prodotti calmierati si esauriscano. Per questi motivi la maggior parte degli economisti ritiene che l’uso del calmiere sia da evitare.[1] Nonostante questi problemi i calmieri sono spesso usati in occasione di crisi economiche, guerre e carestie.”
https://it.wikipedia.org/wiki/Calmiere
Maggio 1986
Selezione dal Reader’s Digest
Avevo letto l’articolo di sfuggita alcuni mesi fa, poi è capitata l’invasione della Russia all’Ucraina – la più scellerata delle azioni a livello mondiale del nostro secolo: tutto è crollato, ossia tutto è incanalato nel vicolo delle speculazioni. Guerra, carestia e siccità – “ingredienti” micidiali, sterminano popoli privi di ogni aiuto RECIPROCO.
A questo punto, mi ricordai questo articolo, leggiamolo insieme: è una storia collaudata e magari una bella soluzione PER TUTTI. Questa volta si salva veramente solo chi sarà ONESTO, LEALE e DI PAROLA.
L’economia del baratto
Jay Stuller
In versione riveduta e corretta, lo scambio di merci si sta rivelando una soluzione – quando non l’unica alternativa – per un numero crescente di paesi che non riescono a ottenere fidi in valuta pregiata. E non soltanto per loro.
Nel 1983 il governo dell’Arabia Saudita decise di comprare dieci Boeing 747-300 con 40 motori Rolls-Royce per aviogetto. Costo: 1900 miliardi di lire, che i sauditi erano poco propensi a pagare in contanti perché in quel momento le rendite petrolifere erano calate a causa delle eccedenze di greggio accumulatesi in tutto il mondo. Al posto del denaro offrivano invece petrolio. Gli americani della Boeing e gli inglesi della Rolls-Royce, dal canto loro, non sapevano che farsene di tutto quell’oro nero. Commesse di quell’entità, comunque, non capitano tutti i giorni, e così le due società hanno affidato la vendita del greggio saudita sui mercati mondiali a una finanziaria internazionale. Risultato: la Boeing e la Rolls-Royce saranno pagate in contanti con gli incassi, e l’Arabia Saudita potrà avere gli aerei senza intaccare le proprie riserve valutarie.
- Per invogliare il governo svizzero all’acquisto dei suoi caccia F-5 l’industria che li produce, l’americana Northrop, ha accettato di aiutare gli svizzeri ad accrescere di quasi 337 miliardi di lire di merci il volume delle loro esportazioni. La Northrop trovò in Egitto un cliente per gli ascensori fabbricati nella Confederazione Elvetica, e fece ottenere a una società svizzera l’incarico di costruire un cementificio in Indonesia. Nell’arco di un quinquennio circa 200 imprese svizzere hanno tratto vantaggio dai buoni uffici della Northrop.
- Al termine di una gara molto combattuta, l’americana General Electric riuscì ad assicurarsi un contratto con il governo rumeno per la costruzione di una turbina del valore di 252 miliardi e 450 milioni di lire soprattutto perché si è mostrata disposta a ricevere e piazzare sul mercato statunitense prodotti rumeni di valore equivalente. Oltre a usare parte dell’acciaio rumeno inviatole, la General Electric ha messo a punto programmi di commercializzazione che mirano a uno sbocco sui mercati del vicino e dell’Estremo Oriente per altri prodotti rumeni.
Economisti del ministero del Commercio americano stimano che fino al 15 per cento degli scambi internazionali sia oggi subordinato a una qualche forma di countertrade (contropartita commerciale o controcommercio), in pratica una variante dell’antico baratto. Per migliaia di anni il baratto è stato la base del commercio. Le potenze coloniali costringevano al baratto bilaterale i paesi da loro sottomessi, obbligandoli a comprare costosi prodotti finiti in cambio di materie prime ottenute a prezzi di estrema convenienza, e proibendo loro gli scambi con altri stati.
Nel luglio del 1944 i diplomatici e gli economisti convenuti a Bretton Woods, negli Stati Uniti, per prendere parte alla Conferenza monetaria e finanziaria delle Nazioni Unite raggiunsero intese da cui scaturirono il Fondo monetario internazionale (FMI) e la regolamentazione del sistema dei cambi in tutto il mondo.
Per il commercio internazionale cominciava una nuova èra, e l’obbligo per le colonie di limitare gli scambi alle sole potenze imperiali cominciò a perdere perentorietà. I mercati mondiali si trovarono alla portata di tutti i paesi, e il commercio multilaterale prosperò. In linea di massima uno stato poteva vendere sul mercato più favorevole e comprare da chi gli faceva prezzi più convenienti. Grazie alla convertibilità delle valute, inoltre, la maggior parte delle transazioni si poteva concludere con il pagamento in contanti. Il baratto risultava dunque antiquato come l’arma della cavalleria. O almeno così sembrava.
In questi ultimi anni, però, il sistema monetario internazionale ha cominciato a scricchiolare per effetto di tutta una serie di trasformazioni economiche. Uno dei principali motivi di scompenso è l’enorme massa di debiti da cui sono oberati i paesi del Terzo Mondo, e che oggi ammonta, secondo le valutazioni, a 1.346.400 miliardi. <<La semplice verità è che molti di questi paesi sono economicamente a terra>> dice David Yoffie, docente di amministrazione degli affari presso la Harvard University.
Paesi fortemente indebitati come il Messsico, il Brasile e l’Argentina sono stati costretti a usare quasi tutti i proventi delle esportazioni per saldare le pendenze, rimanendo praticamente senza riserve per pagare le importazioni. Il baratto permette invece a questi stessi paesi di continuare a importare lasciando i creditori all’oscuro dell’entità dei profitti derivanti dalle esportazioni.
A questa scappatoia, comunque, non ricorrono soltanto gli stati sommersi dai debiti. <<Perfino paesi come l’Australia, il Canada e l’Indonesia, i cui scambi con l’estero godono ottima salute, praticano il controcommercio in certi settori dice il professor Yoffie. <<Incernierare import ed export è un modo di esercitare potere sulle multinazionali. Quando manca la necessaria competenza per muoversi sui mercati mondiali, il controcommercio si rivela un buon sistema per utilizzare l’organizzazione capillare delle imprese planetarie>>.
Certi paesi, inoltre, ricorrono al controcommercio per potenziare di nascoste le esportazioni. Per esempio, dice Yoffie, se uno stato arabo volesse incrementare le proprie esportazioni di greggio, potrebbe farlo diminuendo semplicemente il prezzo. Solo che una simile mossa indebolirebbe il cartello dell’OPEC. Ma se il paese in questione vende il suo greggio al prezzo fissato dall’OPEC, e al tempo stesso si impegna a pagare sottobanco al cliente un premio sulle importazioni, entrambe le parti in causa rimangono soddisfatte, naturalmente a spese di altri produttori di greggio. Oggi oltre un quarto delle transazioni relative al petrolio OPEC è corredato di qualche tipo di clausola sul controscambio. Il baratto tradizionale – scambio diretto di merci di valore equivalente – è piuttosto raro, essendo stato sostituito da sue moderne varianti che elenchiamo qui di seguito.
Counterpurchase (Contracquisto o acquisto in contropartita). In questo caso di solito un fornitore di merci o di servizi ordina a sua volta al cliente prodotti non collegati che hanno essenzialmente la funzione di compensare le spese del compratore. Un esempio: negli anni Sessanta l’americana McDonnell Douglass vendette un certo numero di aerei civili alla Iugoslavia dichiarandosi al tempo stesso disposta all’acquisto di merci iugoslave – tra cui prosciutti destinati alla mensa aziendale della società – e all’introduzione di prodotti iugoslavi sul mercato americano. La McDonnell Douglas invitò inoltre i propri dipendenti a trascorrere le vacanze in Iugoslavia. I dollari portati dai turisti americani servirono ad assolvere in parte l’impegno di controcommercio assunto dall’impresa.
Compensation Agreements (Patti di compensazione tra operatori privati). Spesso viene raggiunta per superare i contrasti sorti in merito alla costruzione di stabilimenti industriali. Dopo aver venduto agli ungheresi i macchinari di una fabbrica per la produzione di blue-jeans gli americani della Levi Strauss si impegnarono a vendere circa 500.000 paia di pantaloni di tela l’anno nella Germania Orientale, in Polonia e in Cecoslovacchia.
Clearing Agreements (Intese di bilanciamento o di compensazione tra governi). In genere si tratta di patti bilaterali tra governi, di uno scambio di prodotti per rispettare un valore commerciale concordato. Grosse partite di merce giungono in Unione Sovietica dall’Occidente grazie a un accordo di questo genere tra URSS e India. Quest’ultima ha bisogno di esportare di più in Unione Sovietica per equilibrare le importazioni, e così si presta a fare da intermediaria ad alcune imprese occidentali che altrimenti potrebbero trovarsi nell’impossibilità di vendere ai sovietici. Tempo fa, per esempio, la Rank Xerox ebbe difficoltà a piazzare le proprie fotocopiatrici in URSS perché Mosca era riluttante a pagare in valuta pregiata. La società inglese aggirò l’ostacolo installando una fabbrica per il montaggio delle fotocopiatrici in India, che in forza dell’intesa può far arrivare le macchine sul mercato sovietico.
Alcuni funzionari governativi americani temono che la crescita smodata del controcommercio possa minare le basi del commercio a livello planetario. Mantenendo segreti i costi effettivi delle transazioni, sostiene un industriale americano, le varie forme di baratto possono nascondere, e contribuire a perpetuare, disfunzioni economiche all’interno dei mercati.
Il baratto può anche presentare rischi notevoli. <<Molte aziende>> dice David Yoffie <<subiscono grosse perdite perché si ritrovano inondate di prodotti scadenti o accompagnati da istruzioni per l’uso sbagliate>>.
Spesso c’è qualcosa di estremamente tortuoso nel modo in cui vengono orchestrati gli accordi del controcommercio. Nel 1982 la Chrysler, una fabbrica di automobili americana, studiò la possibilità di fornire camion alla Giamaica, in quel momento a corto di liquido.
Per concludere l’affare le parti interessate incaricarono le due compagnie minerarie – una americana e l’altra canadese – che estraggono bauxite sull’isola e la trasformano in allumina di consegnare circa 50.000 tonnellate di prodotto raffinato alla Bauxite& Alumina Trading Co. , un’azienda di stato giamaicana.
Quest’ultima spedì l’allumina alla Metallgesellschaft AG, una società
Tedesca importatrice di prodotti minerari che a sua volta la vendette a un raffinatore il quale la convertì in alluminio. Il ricavato della vendita fu versato nella banca della Chrysler, la European American Bank, che fece pervenire parte della somma alla Bauxite & Alumina Tranding Co.
Il resto del denaro andò sotto forma di lettera di credito alla Chrysler, che subito dopo provvide a spedire i camion in Giamaica. A questo punto subentrò un’altra azienda statale dell’isola, la quale vendette i veicoli al rappresentante locale della Chrysler. Le compagnie minerarie ricevettero quanto era loro dovuto per l’allumina e i giamaicani ebbero finalmente la possibilità di comprare i camion americani, che senza questa complicata manovra sarebbero rimasti al di fuori della loro portata.
Rispetto al commercio basato sul pagamento in denaro, quello che adotta il sistema del baratto risulta in verità un modo inefficace e costoso di fare affari. <<Per coprire i costi aggiuntivi derivati dalla gestione delle merci che è costretta a prendere in controcommercio>> dice Yoffie <<un’impresa multinazionale deve per necessità aumentare il prezzo dei suoi prodotti.>> Per Yoffie il controcommercio è una forma di protezionismo: <<Può far bene a un gruppo e danneggiarne un altro.>>
Daniel Cecchin, direttore della sezione riservata al controcommercio della BankAmerica World Trade Corp. , sostiene invece che il ricorso sempre più frequente a questo tipo di scambi fornisce soluzioni pratiche ai casi di indebitamento che costellano il sistema monetario internazionale. <<Il controcommercio è l’unica alternativa per un numero crescente di paesi che non riescono a ottenere fidi in valuta pregiata>> afferma Cecchin. Lo stesso Yoffie ammette che il controcommercio è destinato a durare nel prevedibile futuro, e aggiunge: <<Se non ci fosse, molti stati avrebbero serie difficoltà a importare qualunque cosa. Altri lo trovano uno strumento indispensabile per crearsi uno spazio all’interno di mercati ormai saturi.>>
BOSA E GUIDA DEL CONTROCOMMERCIO
Qualcosa si sta muovendo anche in Italia per misurare e organizzare meglio questa particolare tecnica commerciale: nel giugno dello scorso anno (1985), è stata creata a Milano la <<Borsa del countertrade>> per iniziativa dell’Unionscambi, società specializzata nell’assistere le piccole e medie imprese nella penetrazione commerciale verso i mercati esteri, sempre nel 1985 l’ANCE (Associazione Nazionale del Commercio con l’Estero) ha pubblicato una Guida agli scambi in compensazione, cento pagine fitte di notizie e di consigli.
Sono due esempi concreti del tentativo di razionalizzare anche in Italia la cosiddetta <<economia del baratto>> che in altri paesi, come per esempio Inghilterra, Francia e Germania, gode di strutture di assistenza sia pubbliche sia private. Dati certi sul volume complessivo delle transazioni commerciali italiane di questo tipo non sono fino ad oggi disponibili. Una delle poche valutazioni sicure, anche se relative soltanto a un aspetto di tutto il <<countertrade>> italiano è stata fatta da alcuni esperti. Secondo le loro stime, solo il 6 per cento delle esportazioni italiane è frutto di baratto. Una percentuale che corrisponde a 9000 dei 149.000 e 700 miliardi del totale delle nostre esportazioni secondo i dati ISTAT per il 1985.
https://archivio.pubblica.istruzione.it/euro/storia_euro/passato.htm
https://www.ketercomprooro.it/blog/monete/ducato-d-oro-storia-e-curiosita
Il ducato d’oro è stata la moneta di Venezia, un elemento che nel corso del tempo ha subito diversi cambiamenti, a partire dal nome, visto che successivamente fu chiamato zecchino. Stiamo parlando di una moneta d’oro che i collezionisti conoscono molto bene, anche per il suo valore che la contraddistingue. Sono in tanti, infatti, coloro che decidono di acquistare monete d’oro o di farle valutare, rivolgendosi ad esempio ai centri specializzati a Roma. Rivolgendosi ad un servizio di valutazione e di compro monete d’oro si può ottenere una valutazione specifica, che ci faccia rendere conto del valore che possediamo, avendo queste monete. Ma scopriamo di più sulla storia e sulle curiosità che riguardano il ducato d’oro di Venezia.
Le origini e l’aspetto della moneta
All’inizio si chiamavano ducati due monete d’argento. La prima di esse era stata voluta da Ruggero II e dal figlio duca di Puglia. L’altra invece era di Guglielmo I, sempre con il figlio. Sempre ducato fu chiamata anche la moneta d’argento che era stata realizzata per volontà del doge di Venezia Enrico Dandolo circa nel 1202.
Poi il termine ducato rimase per indicare la moneta d’oro purissimo che Giovanni Dandolo fece coniare nel 1284. Ma come era composta questa moneta? Nella parte frontale raffigurava San Marco con l’aureola e che, con una veste piuttosto sfarzosa, tiene il Vangelo nella mano sinistra. Verso destra porge al doge inginocchiato un’orifiamma, su cui è posta la croce. Il doge ha un manto di grandi ornamenti e stringe l’asta. Nella parte posteriore del ducato di Venezia invece era raffigurato Gesù in piedi con un nimbo crociato avvolto in una vesta. Nella mano sinistra la figura del Cristo tiene un Vangelo e con la destra effettua una benedizione. Si trova in un’aureola ellittica che è cosparsa di stelle.
Le caratteristiche dei ducati dal punto di vista fisico
Il ducato di Venezia era prodotto con oro fino purissimo. Aveva rispetto all’argento un valore di 18 grossi e un diametro di 21 o 22 millimetri. Abbiamo di questa moneta anche un documento che ne sancisce la nascita. Per la prima volta la moneta apparve il 31 ottobre 1284 con il peso di 3,559 grammi.
La moneta è stata coniata sempre a martello. Ebbe modo di diffondersi molto in tutta l’Europa, diventando presto un simbolo di grande valore e di qualità. Per tutto il Medioevo e per il periodo del Rinascimento fu accettata praticamente dappertutto. Il suo successo è pari a quello del fiorino di Firenze.
Gli altri ducati
Proprio dal ducato di Venezia il nome fu associato nel corso del tempo ad altre monete d’oro, che venivano realizzate in diversi Paesi, delle monete che per varie caratteristiche potevano essere considerate simili proprio al ducato veneziano.
Le altre realizzazioni avevano delle caratteristiche specifiche che somigliavano a quelle del ducato di Venezia, a partire dal peso stesso. Possiamo citare, per esempio, i ducati del Regno, quelli dell’Impero, quelli di Rodi, i ducati papali, ma anche il ducato di Savoia e delle varie zecche, sia italiane che di altri luoghi nel mondo.
In certe situazioni anche il fiorino e il genovino presero proprio il nome di ducato. A volte chi si occupa di studiare la storia delle monete e gli storici in generali si riferiscono alle varie monete d’oro del periodo del basso Medioevo proprio genericamente con il nome di ducato.
In ogni caso il ducato d’oro di Venezia rappresentava sempre un punto di riferimento, specialmente quando si dovevano considerare le ricchezze e si dovevano effettuare delle comparazioni e delle valutazioni. In generale dobbiamo specificare che si trattava di una quantità di oro fino, corrispondente a tre grammi e mezzo, che si configurava come utile per compiere un pagamento di media entità. Insomma, il ducato poteva essere usato ad esempio per acquistare un semplice abito.
Comunque il ducato conquistò un successo notevole, diffondendosi presto in diversi luoghi dell’Europa, dell’India, dell’Africa e in particolare ad esempio dell’Egitto.
Un esempio di acquisto con il ducato
Abbiamo parlato proprio dell’ampia diffusione che il ducato d’oro di Venezia ha avuto nel corso del tempo e a questo proposito sappiamo anche di un episodio che riguarda un vero e proprio esempio di acquisto in ducati.
Si tratta di un fatto che è accaduto in Portogallo. Alberto Cantino, agente diplomatico del duca di Ferrara in Portogallo, ha acquistato intorno al 1500 una mappa che raffigurava il più antico planisfero portoghese, la carta che fu chiamata poi del Cantino. Era formata da sei fogli di pergamena di circa 2 metri di lunghezza e di 1 di altezza. Questa carta era molto preziosa per le raffigurazioni dorate.
Secondo ciò che diceva Cantino in una lettera del 1502, il planisfero era costato addirittura 12 ducati d’oro e per il trasporto da Genova a Ferrara aveva dovuto pagare 20 ducati. La soddisfazione del diplomatico era davvero grande.