“Crescere della parte sbagliata della vita” a volte è IL REQUISITO CHE STIMOLA PIÙ DI OGNI ALTRA COSA, come stimola essere oppressi, sfruttati e derisi. Stimola la parte più dentro di noi che si ribella, rifiuta di chinarsi di fronte ad ogni forma di prepotenza e sfruttamento degli esseri umani. Perché anche oggi ci sono tante subdole forme di sfruttamento. Però c’è un UOMO nativo ITALIANO DON TONINO BELLO che ha una diagnosi precisissima, punta tutto su : nuovo consenso etico, poiché lui fu un profeta dei nostri tempi.
“A Loreto, c’è stato il prof. Rigobello che tra altre cose interessanti, ha detto che oggi il concetto di “valore” ha ceduto il posto al concetto di “significato”. Valore, cioè, diventa ciò che ha senso e ha significato ” per me”. Ne derivano una preoccupante relativizzazione soggettivistica della morale, l’assenza dell’ancoraggio a un quadro di riferimenti sicuri, la fruizione tutta privata della vita, la riduzione dell’esistenza a schemi gelidamente prammatici, nelle cui nicchie trovano collocazione i furbi, le violenze, le disonestà, le ingiustizie. Di fronte a questa situazione allarmante, come Chiesa, non siamo chiamati a fare il mestiere dei piagnoni, a organizzare campagne di bonifica morale, a stracciarci le vesti Contemplando la perversità del mondo, a rimpiangere il “tempo del tempio”, quando cioè le nostre comunità erano efficienti agenzie di elaborazioni morali. Oggi dobbiamo rimboccarci le maniche e metterci, con umiltà e discrezione, accanto a tanti giovani che la sera affollano il corso, ai tanti indifferenti senza Dio, senza codici, senza lavoro, senza progetti, senza ideali. È questo il nuovo grembo in cui la Parola di Dio attende di farsi carne. E farci compagni di viaggio senza arroganza, ma rimotivando la vita e spostando così, piano piano, l’ago dal concetto di “significato per me” al concetto di “valore per tutti”. Oggi ci sono, fortunatamente, segni di inversione di tendenza in questo senso. La pace, l’anelito alla felicità, la giustizia, la gratuità, il volontariato, la scelta degli ultimi … sono tutti elementi che, se noi cristiani diventiamo più limpidi e autentici, accelereranno la ricomposizione di un nuovo consenso etico”. Qui la PAROLA di Don Tonino Bello ha segnato i tempi del COVID 19 – un cambiamento decisivo. Le sue sono parole forti, attraverseranno i cuori di pietra di alcuni? Gesù, pensaci tu!
Invocazione allo Spirito – don Tonino Bello
L. Spirito di Dio, che agli inizi della creazione Ti libravi sugli abissi dell’universo, e trasformavi in sorriso di bellezza il grande sbadiglio delle cose, scendi ancora sulla terra e donale il brivido dei cominciamenti. Questo mondo che invecchia, sfioralo con l’ala della Tua gloria.
T. Dissipa le sue rughe. Fascia le ferite che l’egoismo sfrenato degli uomini ha tracciato sulla sua pelle. Mitiga con l’olio della tenerezza le arsure della sua crosta. Restituiscile il manto dell’antico splendore, che le nostre violenze le hanno strappato e riversa sulle carni inaridite anfore di profumo.
L. Permea tutte le cose, e possiedine il cuore. Facci percepire la Tua dolente presenza nel gemito delle foreste divelte, nell’urlo dei mari inquinati, nel pianto dei torrenti inariditi, nella viscida desolazione delle spiagge di bitume.
T. Restituiscici al gaudio dei primordi. Soffia senza misura sul nostro vecchio mondo in pericolo. E il deserto, finalmente, ridiventerà giardino, e nel giardino fiorirà l’alba della giustizia, e frutto della giustizia sarà la pace.
L. Spirito di Dio, che presso le rive del Giordano sei sceso in pienezza sul capo di Gesù e l’hai proclamato Messia, dilaga su questo Corpo sacerdotale raccolto davanti a Te.
T. Adornalo di una veste di grazia. Consacralo con l’unzione, e invitalo a portare il lieto annuncio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, e a promulgare l’anno di misericordia del Signore.
L. Spirito del Signore, dono del Risorto agli apostoli del cenacolo, gonfia di passione la vita dei Tuoi presbiteri. Riempi di amicizie la loro solitudine. Rendili innamorati della terra, e capaci di misericordia per tutte le sue debolezze. Confortali con la gratitudine della gente e con l’olio della comunione fraterna. Ristora la loro stanchezza, perché non trovino appoggio più dolce per il loro riposo se non sulla spalla del Maestro.
T. Liberali dalla paura di non farcela più. Dai loro occhi parta inviti a sovrumane trasparenze. Dal loro cuore si sprigioni audacia mista a tenerezza. Dalle loro mani grondi il crisma su tutto ciò che accarezzano. Fa’ risplendere di gioia i loro corpi. Rivestili di abiti nuziali. E cingili con cinture di luce. Perché, per essi e per tutti, lo sposo non tarderà.