Don Orione 1934

Don ORIONE e la BANCA della Divina Provvidenza

Molte volte, uscendo con lui – ricorda un ex alunno – mi faceva portare un sacchettino di medaglie della Madonna. Sapete perché? Per una conquista, per dilatare le tende della divina Provvidenza. In questo modo, ad esempio. Una domenica andammo a Casteggio: don Orione doveva far la predica per la raccolta delle pentole rotte … Arrivati a Montebello, pregò di fermare la macchina davanti ad una villa, quella dei conti Lomellini. Mi ci fece entrare in modo piuttosto … strategico, giacché la villa era chiusa, e mi disse di girare per il parco seminando le medaglie … Alcuni mesi dopo, la villa era l’istituto delle missioni estere della Piccola Opera.
Nel 1934 mi trovavo con altri nella casa di salute di Quezzi e andavamo a cogliere l’erba per gli animali in una località della “i Camaldoli”, ove sorgeva una villa e altri edifici che non godevano buona fama. Don Orione aspirava ad avere quella località per togliere quel male e per aprirvi un asilo per poveri vecchi e una casa di cura per tubercolotici. Non aveva, però, i mezzi né speranza di poterli avere, anche perché il Comune di Genova, data la posizione bellissima, voleva farne, di quegli edifici, un luogo di soggiorno. Don Orione un giorno ci chiamò, domandandoci se si andava ancora a fare l’era ai Camaldoli; avuta la risposta affermativa, ci disse: “Prendete queste medaglie; seminatele lassù, nei dintorni di quella villa … Là ci andrà la cara Madonna e vi apriremo una casa per i poveri e i sofferenti …”. Un anno dopo la sua santa morte, come è noto, divenne l’attuale villaggio della carità dei Camaldoli, dove è in grandissima venerazione la Madonna Causa Nostrae Laetitiae. (DOLM 172 s.).

O Madre della Chiesa

Il Papa Giovanni Paolo II dice perché Mosca intenda

Come chi sotto la dittatura comunista in Romania, non poteva mai leggere la verità, cerco adesso appena mi cadono in mano libri che contengo pezzi di puzzle che la menzogna ha taciuto, riportare alla luce per comprendere il fenomeno UCRAINA invasa nel 2022, le radici del male da estirpare. Il Papa Giovanni Paolo II ha lottato anima e cuore … Maestro di psicologia cristiana e di diplomazia divina

Il paladino della libertà Leo Cherne

Paladino di libertà, la storia di Leo Cherne. Laboratori chimici come arsenali

Leo Cherne – 1984 – la Presidential Medal for Freedom – la Medaglia presidenziale per la libertà
IRC – International Rescue Committee, Comitato Internazionale di Soccorso) fondato nel 1933 da Einstein e altri per aiutare i profughi fuggiti dai paesi e regime totalitario. Al 1946 aderì all’IRC e cinque anni dopo fu nominato presidente dell’IRC, carica che ricopre dal 35 anni ( si tratta di agosto 1986).
Cherne è nato a New York nel 1912, figlio di profughi russi. L’amore dei genitori per la musica ebbe grande influenza su Leo, che entrò a far parte del coro delle voci bianche del teatro Metropolitan. In seguito compose centinaia di canzoni, una delle quali, ottenne un notevole successo nel 1941. Un’altra vocazione precoce fu il giornalismo …
Nell’ottobre 1956, il mondo non mosse un dito mentre gli ungheresi, armati solo di pietre e bottiglie Molotov, si battevano contro i carri armati sovietici. Cherne invece decise di agire. Volò a Vienna, portando con sé 200.000 dollari di antibiotici donati all’IRC. Quindi, al confine ungherese, nascose i medicinali nel cofano di una automobile e proseguì per Budapest.
Avanzando a fatica tra strade cosparse di macerie, Cherne riuscì a raggiungere il quartier generale dei combattenti della libertà con i medicinali di cui avevano urgente bisogno. E mentre i carri armati sovietici si ammassavano per l’offensiva finale, Cherne tornava verso il confine con due giovani ungheresi nascosti nella sua automobile. Per sfuggire ai battaglioni sovietici, attraversò campi e pascoli, e alla fine riuscì a far passare clandestinamente i due ungheresi in Austria. Tornato a New York, descrisse alla televisione la tragica situazione dell’Ungheria. Tanto bastò perché in due mesi, l’IRC raccogliesse quasi due milioni e mezzo di dollari per aiutare migliaia di ungheresi fuggiti dal loro paese.
Per quanto poco noto al pubblico, Leo Cherne è scultore, avvocato, compositore, giornalista ed economista ed ha svolto un ruolo chiave come FILANTROPO e consigliere di vari presidenti degli Stati Uniti.
Laboratori chimici come arsenali
Jack Anderson e Dale Van Atta
Nell’ottobre del 1980 Jane Hamilton-Merritt denunciò sulle pagine di Selezione l’uso di gas venefici contro le tribù dei H’Mong, una popolazione laotiana ostile al regime comunista, da parte del Vietnam e del Pathet Lao, entrambi riforniti da Mosca. In questo articolo due firme del giornalismo investigativo americano rivelano notizie inedite sul potenziamento dell’arsenale chimico e biologico sovietico e sulla crescente minaccia che rappresenta.
Romero aveva frequentato in seguito una scuola speciale dell’esercito a Limonar, nella provincia cubana di Matanzas, dove istruttori sovietici preparavano gli esperti di guerra chimica e biologica di Fidel Castro. Da loro, Romero – (nome non vero), aveva imparato che i batteri prodotti da ratti, mosche e altri animali nocivi possono essere diffusi nell’atmosfera o nelle riserve idriche del paese nemico …

Intervista di Ronald Reagan

Le risposte di Ronald Reagan il Presidente degli Stati Uniti, nel novembre 1985

Domanda William Schulz. Che cosa, dell’America, la riempie maggiormente d’orgoglio?

Risposta Ronald Reagan. Il fatto che, con la rivoluzione americana, un popolo ha praticamente affermato, per la prima volta nella storia dell’uomo, che il potere dei governanti deriva dal popolo, e che questi non possono detenere alcun potere che non sia volontariamente concesso dal popolo. Un giorno, leggendo la costituzione dell’Unione Sovietica, ho scoperto con grande sorpresa che in parecchi punti si avvicina a quella americana quando parla di libertà di stampa, di riunione, di parola e di culto. Era lì, nero su bianco, anche se naturalmente destinato a rimanere lettera morta.

Poi mi resi conto che la costituzione sovietica intende dire: noi, governo, concediamo a voi, popolo, questi diritti. La nostra costituzione invece non lascia dubbi sul fatto che noi, popolo, concediamo al governo i suoi diritti e tutto ciò che non viene delegato al governo rimane proprietà del popolo. E’ una profonda differenza che aiuta a capire perché siamo rimasti liberi per tanto tempo.

Diplomazia divina

La diplomazia divina

“La diplomazia divina ha questo di grande e di suo, forse solo suo: che è mossa dal bene dell’altro ed è priva quindi d’ogni ombra d’egoismo. Questa regola di vita dovrebbe informare ogni diplomazia e con Dio lo si può fare perché Egli non è solo padrone dei singoli, ma re delle nazioni e d’ogni società. Se ogni diplomatico nelle proprie funzioni sarà spinto nel suo agire dalla carità verso l’altro Stato come verso la propria patria, sarà illuminato a tal punto dall’aiuto di Dio da concorrere ad attuare rapporti tra gli Stati come debbono essere quelli fra gli uomini … Chiara Lubich – Meditazioni Nella stessa ottica, Chiara Lubich conclude che per l’occhio del fedele, con spine attorno, interpreta tutto come: “NON c’è SPINA senza ROSA” e non più “Non c’è rosa senza spina”. Dietro ogni male, Dio lavora per un bene più grande, nella scala continentale, planetario …

Murisengo

MURISENGO, un popolo FEDELE in cammino

Storia, cultura, arte, fede a Murisengo. Graziella Barocco, pittrice “sotto vetro” – Antonietta Cerchio (Etta) pittrice … Campioni d’Italia Tamburello_ foto da Roberto Malpetti_ 1969, 1973, 1981, 1986 Tamburello d’oro Ovada 1978. Fiera del tartufo “Trifola d’Or” ogni 2° e 3° domenica di novembre

America Latina: Un sacerdote italiano geniale in Colombia e 12 martiri missionari italiani martiri cristiani in AFRICA

La verità è che ho imparato ad essere uomo, cristiano e sacerdote in quelle foreste, poiché lì ho compreso di non sapere nulla. Perché quando tutto si ha da imparare, quando la vita, la tua formazione, la tua cultura non servono ad affrontare un mondo in cui tutto è diverso, allora capisci che se vuoi comunicare non puoi partire da te stesso, devi partire dagli altri.” Dal capitolo – “La voce del silenzio”.