I VACCINI
https://www.msdmanuals.com/it/casa/problemi-di-salute-dei-bambini/anomalie-cromosomiche-e-genetiche
Notizie RIPESCATE – dal mondo della medicina – che a me risultano molto interessante
Oggi (1986) si può misurare la depressione in laboratorio con un test ormonale associato alle abituali indagini psicologiche. Lo ha messo a punto, a Bologna, l’èquipe del professor Giancarlo Trombini titolare della cattedra di medicina psicosomatica. Il test è stato sperimentato su 80 pazienti per la diagnosi di depressione mascherata in gastroenterologia e in ginecologia. (Un’indagine statistica condotta sempre a Bologna su 325 ricoverati in ospedale ha registrato che il 25% è affetto da depressione grave, il 35% da depressione lieve). Secondo Trombini i medici generici non masticano a sufficienza la psicologia. Perciò si rimbalzano pazienti che sembrano inguaribili perché nessuno pensa al disturbo psichico della depressione. Le cartelle cliniche indicano pazienti inutilmente curati affetti da obesità, coliti ulcerose, lombalgie, perfino dolori gengivali. Questi malanni a volti non si lasciano aggredire dalle usuali terapie perché in realtà sono la manifestazione dello stato depressivo. Ed è quest’ultimo che dev’essere curato.
Partendo dalle considerazioni di un medico americano – talune persone affette da depressione hanno un’irregolare secrezione di un ormone, il cortisolo – l’èquipe di Bologna è arrivata a ideare due test ormonali: introducendo nel sangue il desametazone si misura l’eventuale sovraproduzione di cortisolo; immetendo il metopirone, si registra l’eventuale sottoproduzione.
<<Questo test ormonale>>, afferma il prof. Trombini, <<offre al medico un altro strumento di laboratorio per sospettare la presenza di uno stato depressivo mascherato che può essere poi identificato dallo psicologo clinico nel colloquio con il paziente>>. Carlo Valentini, Il Giorno
Adagio col plasma
Nell’ultimo decennio le trasfusioni di plasma a pazienti operati al cuore, colti da collasso o in condizioni critiche per altri motivi sono aumentate in modo macroscopico. Eppure esistono basi scientifiche piuttosto esigue per l’uso indiscriminato di questo liquido ottenuto dal sangue. Allarmati dalla tendenza all’impiego si scala sempre più vasta della sostanza, i medici di una commissione appositamente costituita dagli Istituti nazionali della Sanità americani hanno esortato i loro colleghi a ricorrevi con parsimonia.
La soluzione che va sotto il nome di plasma contiene, oltre a fattori coagulanti, proteine e un certo numero di sostanze nutritive, ed è disponibile nelle banche del sangue americane. Ma negli Stati Uniti, dice James Tullis della Harvard Medical School, presidente della speciale commissione, 90 volte su 100 se ne fa un uso ingiustificato ed eccessivo che può far aumentare il pericolo di infezioni virali. Dei milioni di pazienti che ogni anno ricevono liquidi ottenuti dal sangue, dal tre al 10 per cento contrae l’epatite indotta da virus che sopravvivono al processo di congelamento.
Invece di trasfondere la plasma con tutti i componenti che lo costituiscono, i medici della commissione raccomandano di somministrare ai pazienti l’elemento specifico di sangue purificato di cui hanno bisogno. E aggiungono che, quando sia possibile, i malati dovrebbero farsi togliere il sangue per averlo a disposizione nel momento in cui devono sottoporsi a interventi. Science News
Questione di retina
GIULIANO CAVALLACCI, professore associato di ottica fisiologica presso l’università di Pisa, ha messo a punto un nuovo metodo per il trattamento della retinite pigmentosa, malattia responsabile della cecità di 30.000 italiani (sui 110.000 non vedenti).
Cavallacci si era accorto che le persone affette dal morbo di Parkinson presentavano alterazioni dell’attività elettrica della retina analoghe a quelle dei malati di retinite pigmentosa e che queste alterazioni tornavano a normalizzarsi somministrando dopamina, sostanza usata appunto nella cura dei parkinsoniani. Sei anni fa (articolo del 1986) – 1980, cominciò a trattare con dopamina i malati di retinite: da allora più di 4000 persone sono state curate così, con esiti positivi nel 70 per cento dei casi. Valeria Caldelli, Panorama
L’enterolusi totale contro i tumori
Da diversi anni è in funzione presso la Patologia chirurgica dell’Università di Milano una particolare tecnica di lavaggio intestinale, che ha la caratteristica di seguire la normale direzione della <<corrente intestinale>>. Il metodo risulta completamente rivoluzionario rispetto a tutti quelli usati fino ad oggi.
L’adatto liquido di lavaggio non viene infatti introdotto nel retto, ma fatto giungere nello stomaco adoperando un sondino naso-gastrico o, in alternativa, direttamente nell’intestino tenue attraverso un sondino naso-intestinale. Nel primo caso il liquido, arrivato nello stomaco passa immediatamente, per effetto del flusso continuo, nell’intestino. Nella seconda modalità (adottata in presenza di determinate patologie gastriche) viene immesso direttamente nell’intestino tenue, in quella parte cioè della lunghissima matassa intestinale che può arrivare perfino a 10 metri. Usando il classico enteroclisma di Arnaldo Cantani, che si limita alla sola e parziale pulizia del tratto di colon più vicino al retto, non si potrebbe mai raggiungere il tenue.
In oltre 900 casi trattati fino ad oggi sono stati ottenuti ottimi risultati nella preparazione per interventi chirurgici o per esami strumentali sull’intestino, ma soprattutto della diagnosi precoce del cancro del colon e del retto (in Italia 9,4 % dei tumori maligni). Molto promettente si è rivelata anche la <<citologia esfoliativa>>. Con questa metodica, esaminando le cellule della parete intestinale ( che vengono lavate via con l’enterolusi e poi facilmente raccolte) è stato possibile ottenere 63 diagnosi corrette su 71 casi di neoplasie maligne del colon-retto esaminate. Tenendo conto della estrema semplicità e buona attendibilità della citologia da lavaggio intestinale rispetto alla endoscopia e biopsia ed alla assoluta innocuità rispetto alla radiografia, non si può che concludere in favore di tale nuovo metodo. Luciano Garibaldi Scienza& Vita
Febbraio 1986, Selezione dal Reader’s Digest – 39° anno. La rivista più letta al mondo. Più di 30 milioni di copie al mese in 17 lingue