Nella città dell’UTOPIA: una città da ideare ancora, la persona coi suoi problemi sta al centro, dove i politici sono operatori per la pace e la politica non è altro che la scienza della cittadinanza
Il concetto politici= operatori di pace fu “sfornato da Don Tonino Bello” apostolo del sociale
politica= scienza della cittadinanza, Mahatma Gandhi
Così ho fatto sedere allo stesso tavolo due grandi, Uomini di Dio e riunito i loro discorsi
La città che immagino, la comunità micro, macro, poiché ha la funzione di cellula, come un alveare di api.
La democrazia tipica ad ogni cultura, la libertà nel pensiero di ogni popolo.
Parliamoci chiaro, chi è nato sotto una dittatura è cosciente che l’imposizione può creare mille barriere attorno a te, ma non <<dentro di te>>. Rendono questa testimonianza tutti quei detenuti per anni, decenni, che hanno sofferto per il lusso di aver espresso liberamente, un loro pensiero, una parola che <<disturba>>. Questa parola ha sapore di libertà, gusto di verità e ridà la dignità. Chi fa questi passi, crea una breccia nei sistemi dell’omertà, dove l’indifferenza è diventata la seconda pelle.
Bisogna essere educati alla tolleranza, ma alla tolleranza di cosa: dei difetti altrui, avvolgere con pazienza e comprensione chi ha un carattere opposto al nostro, chi non vede il mondo <<con tuoi occhi>>.
Oggi, mi fu detto: <<Se le cose vanno in questa direzione, tento di non crederci più che ci fosse un’altra potenza che possa guardare il male e non fermarla!>>.
E’ una trappola!
E’ una trappola che inganna noi stessi. Sappiamo che siamo liberi, Dio ha lasciato a ciascuno il <<suo libero arbitrio>>. Posso io ignorare che il male che avvertiamo, non è una cosa astratta, che alla radice ci sono persone con tanto di nome e cognome? Non parlo decisamente di una pioggia che ha travolto tutto, anche lì ci si accorge che a volte non ci furono pulite per tempo i canali, sempre un non aver fatto il suo dovere qualcuno …
Parlo delle decisioni molto importanti, che poi si dimostrano molto sbagliate. Delle scoperte dello sbaglio e del insabbiamento del vero colpevole, depistaggio come tutela. Passare tutto come <<il caso vuole>> e non <<opera>> di chi ha nome e cognome, possa essere responsabile dei suoi fatti.
Sappiamo che la struttura della società è piramidale: in basso il popolo e man mano che si sale ci sono delle strutture organizzative con vari compiti da svolgere, per tutelare, custodire il buon andamento della società. Ci aspettiamo che ciascuno di essi abbia una equa preparazione per il campo in cui fu inserito, perché non possiamo immaginarci che l’architetto andrà a fare il dottore, il commercialista, architetto, l’insegnante la barista e la barista infermiera. Ci affidiamo e confidiamo che la persona giusta si trovi nel posto giusto, ha le competenze per il ruolo che svolge. Mille volte guai se questo non avviene.
La società, da ormai decenni, ha creato un livello oltre cui, chi è nato povero, non deve salire in quel ascensore, sia bravo quanto vuole, <<a loro non importa>>, è cosa da privilegiati, non da meritocrazia, ed è qui che la maggior parte del mondo si è inciampata.
Girano attorno agli stessi problemi da decenni, perché da decenni le stesse persone, gruppi, correnti, mantengono fermo sul loro piano, bloccato, l’ascensore sociale.
Una volta la linfa circolava, saliva, scendeva, ad oggi ci si rinchiude dentro e guai se qualcuno s’infiltrasse.
Stagna tutto, non arriva aria nuova, manca l’entusiasmo per la ripartenza, per partecipare alla salita del paese. Tu sei importante, tu c’entri, tu fai parte del intero sistema del sangue che circola in questa economia. Che siano vene nascoste, che siano liberamente visibili, tu con la tua energia di vita, partecipi al buon mantenimento di questo organismo locale/regionale/nazionale/continentale/mondiale.
La verità dei fatti è una semplificazione, un susseguirsi a catena della regola causa/effetto. Qui può intervenire la volontà del singolo: puoi decidere di non rispondere mai al male con male, solo l’amore vince, ma per possedere l’amore che perdona bisogna esserci carichi di esso. Chi crede nella giustizia, nel bene, nella verità, chi non vuole combattere e rispondere al <<dente per dente>>, ma usa l’amore, la carità che è anche preghiera, vince sempre, perché capita come disse Gesù: “mette carboni accessi sulla testa del colpevole”. L’amore brucia, riscalda, qualcosa capita, qualcosa d’imprevisto. Non pensate che sia facile, è un atto di volontà, a volte contro quello che non si vuole, ma poi si esegue proprio per amore di Colui che è la fonte dell’Amore. Ricordatevi che ogni volta che i discepoli volevano vendicarsi, alla maniera umana <<dente per dente>>, Gesù fermò l’entusiasmo della vendetta.
Invita tutti a fare di tutto per non arrivare a tal punto.
Così come Roma è una sola, ha la sua longitudine e latitudine, così tu hai le tue coordinate nel sistema di funzionamento globale. Tu conti, tu esisti, tu pensi/ripensi e quando ti senti che forse hai sbagliato la strada, puoi fare anche marcia indietro. Alla prima uscita, cambi rotta e riprendi la strada dove la tuo coscienza ti detta, quella dove tu diventi te stesso.
Non vivere per accontentarti di qualcosa, vivi pienamente la tua dignità di essere parte integrale e non sostituibile. Chiunque ti sostituirà, non sarà mai un secondo te, sarà se stesso, come tu giustamente sei stato. Non sei un oggetto, usa e getta, sei una persona che lavora qualcosa, nel modo proprio, fallo col massimo impegno, come una missione di cui devi andare fiero e basta. Compie il tuo ruolo al 100%, cioè, conforme alle tue forze, al tuo stato proprio e non preoccuparti del oltre. Fai la <<tua parte>>, sei responsabile della <<tua parte>>. Se puoi aiutare di più, fallo solo dopo aver fatto la tua parte, solo se le forze te lo permettono e non metterti in croce per il <<di più>>. Può essere una trappola molto ingannevole.
Nella città dell’utopia – dove tutti rispettano tutti, dove non bisogna diventare prevaricatori per poter percorrere la propria strada accanto a tanti altri compagni di avventura, la collettività individua chi fa per lei. Le persone hanno bisogno di essere aiutate ad aiutarsi, a creare meccanismi che facciano scivolare i problemi. C’è sempre qualcuno in grado di farlo. Oggi pare che sia in atto un meccanismo purché questo bene non accada mai, perché non si guarda oltre il piccolo ricinto, non si vuole vedere di buon occhio chi non fa parte del cerchio molto ristretto, così ristretto che diventa catena per la stessa comunità.
Non esiste quello che sia onestamente parlando: <<la voce del cittadino>>, la voce dell’insofferenza del cittadino. Non aspettate che <<il caso>> sia risolto solo ed esclusivamente grazie ai pochi canali televisivi che prendono al cuore alcuni casi, perché anche lì ci sarebbe da fare una classifica di chi decide chi sta peggio di chi, chi ha priorità su chi … Sono in troppi che soffrono e non hanno voce, diciamo la voce di coloro che non contano, non è sentita in alto per milleuno motivi.
Si può intervenire per conto terzi? Si può vedere un male e non girare la testa, non restare indifferenti?
Non credo che sia nazione che non riconosca la destra per quello che sta a destra e sinistra, per quello che sta a sinistra. A qualunque popolo appartenga, chi soffre una ingiustizia è in grado di riconoscerla, c’è nel DNA di ogni popolo, di ogni individuo, partendo dal bambino, quel qualcosa che rimane ferito dentro. Anche se non è in grado di leggere e scrivere, riconosce l’ingiustizia ad occhi chiusi. Non bisogna tradurre quello che il cuore sanguina. Chi trova motivo di gioia quando accanto a se qualcuno soffre, diciamo che è disumano. Questo torto, ogni popolo è in grado di individuarlo, con o senza trattati. Un saggio diceva che a colui che viene richiesto il giuramento è perché la sua parola non è creduta, va invocata una potenza contro colui che volutamente inganna, usando la buona fede di chi si fida della sua parola, attirando così, come una maledizione sopra se stesso. La benedizione e la maledizione, non sono semplici auguri, a volte trascinano intere generazioni alla rovina. Bisogna spezzare la catena del male con il bene. Dio saprà quando e come l’uomo prenderà seriamente la vita, la parola, la sua redenzione, già da ora. Ciascuno di noi, può trascinare una catena dai propri antenati, bisogna stare attenti quando dal nulla spunta “sempre” quel qualcosa che fa rovesciare tutto. Coincidenza? Cerchiamo di andare a fondo, certe cose saltano fuori anche dopo 30 anni. Mai sottovalutare nulla, le apparenze ingannano sempre.
Quello che sveglia non è vivere nella zona comfort, ma essere presi di mira dall’ingiustizia: questo è l’unico elemento che riporta tutti alla stessa dimensione umana. Chi passa con indifferenza dopo aver visto, sentito una ingiustizia, diventa complice, questa sarà la voce della coscienza che sveglierà l’essere umano.
Tu hai visto, tu hai sentito, tu lo sapevi, eppure hai girato la testa, hai chiuso gli occhi e sei stato muto. Tu e tuo angelo custode siete testimoni.
Nessuno vuole ingannare nessuno, perché tutti vivono consapevoli dell’occhio di Dio, vigile sui più inermi. In questa città, l’anziano è rispettato, l’orfano aiutato, la vedova consolata e lo straniero mai ingannato. Va usata la stessa unità di misura per tutti, la bilancia non è sbilanciata perché rispettano e amano il Giusto Giudice, Colui davanti al quale tutti saranno giudicati rettamente, dalle cui mani, ciascuno riceverà la sua paga, conforme ai suoi sforzi, al suo stato, alle sue battaglie. Lì non ci sarà da vergognarsi perché si hanno cicatrici, sono segni delle ferite riportate con dignità. Mai vergognarsi per aver tentato la rivincita sociale.
Quando la vita non è un videogame
Non ho mai amato, curiosato e neppure sfiorato un videogame dei “forti”
Quelli capaci di trovare mille possibilità per “far fuori” l’avversario,
costi quel che costi.
Si può vivere anche senza giocare con questo tipo di giochi.
Cose <<da altro mondo>> dirà qualcuno, e già, se non è cosa da altro mondo quello che capita da oltre 100 giorni??!1
L’atteggiamento di chi diventava il miglior giocatore a far fuori tutti suoi avversari:
era il vincitore, indiscusso.
Essere un campione, giocatore, nel campo della tecnica, sottolineo – la tecnica del far fuori tutti,
virtualmente, crea nel mondo reale una falsa “virtù”, la fortezza che non è reale,
ma è solo la scaltrezza di aver saltato ogni livello – VIRTUALE della presunta battaglia.
Veder saltare un braccio in un videogame, artistico e pieno di effetti speciali di ultimo grido,
non deve creare l’imunità, al punto di ingannare se stessi che è solo un gioco.
Tu non saprai mai, fino a che punto la mente umana non si immedesima in questo gioco, creado dipendenza, vittoria ad ogni costo.
Ricordo il caso in cui, il ragazzo che ha perso la sfida, in un concorso: ha tirato fuori la pistola e bum: “ha vinto in questo modo nella vita reale”. Non ha sopportato nemmeno l’idea della perdita: non è un gioco.
Un’arma non è un giocatolo, non è da accarezzare come un bene di cui il cuore s’innamora.
Ho sentito dire che “avere un arma” in alcuni stati, è divenatato come avere il pane in casa: non si può fare a meno?!!
La violenza, il sangue bollente di certi carratteri è un cocktail di cui mai bisogna avvicinare un’arma.
A qualcuno basta e avanza, l’essere sorpassato con la macchina, futili motivi, inesplorati da una mente sana.
L’impressione che si ha da oltre 100 giorni ( la guerra tra Russia e Ucraina) è che si gioca un videogame con gente vera.
Il menu del gioco è in continuo cambiamento, chi ha invaso e ucciso, grida che l’altro non ha diritto a
Ricevere munizioni per lottare, fra tempo continua ad attaccare.
Lo scenario è agghiacciante, la scena è reale, il sangue vero, qualcosa è andato storto
Qualcuno è ancora sedato se non ha realizzato che quel posto non è virtuale, ma reale.
Quanto costa oggi la ricostruzione non di un palazzo, ma di una cultura, di una nazione,
la sua storia, suoi monumenti.
Le persone scomparse per sempre: la guerra è la crudeltà suprema, l’invasione del territorio di una nazione,
nei tempi dei diritti umani proclamati come universali, della civiltà di questo pianeta,
sono basilari, anche se quel Stato non ha voglia di riconoscere la dignità dei suoi cittadini.
Ogni anno viene celebrata la giornata della memoria: cosa abbiamo capito? Va ripercorso tutto lo scenario della tragedia di un popolo, Ebreo, ma non solo, ma di ogni popolo coinvolto nella guerra per liberarsi …
Diciamo che oggiggiorno, non dovrebbe mai esistere nessuno Stato che, solo perché non ha avuto la voglia di firmare un accordo che tutela la dignità e diritti umani dei suoi cittadini, possa con questa scusa calpestare sia la dignità dei suoi che dei altri paesi. Non è, non sarebbe ammissibile che questo accada, non tra civiltà che amano e difendono il pianeta su quale abitano.
Perché giocando, giocando, tra virtuale e reale, non esiste alcuna garanzia che la fantascienza distruttiva diventa realtà, la tragedia: pane quotidiano. Un robot non ha cuore di carne: arrivare al punto di lasciare l’umanità nelle mani di una macchina umana è la peggior scelta da tutti i tempi.
Poiché solo una macchina umana, può creare tanta distruzione e riuscire a dormire, riposarsi come chi non ha mai fatto male a nessuno.
Salvaguardia del creato, la giustizia e come frutto, arriva la pace. La pace è un frutto da un albero chiamato, giustizia, che non potrà mai svilupparsi che sulla terra, di cui bisogna averne cura. Noi proclamiamo un frutto, senza coltivare la terra dove piantare l’albero della giustizia, sociale, morale …
Quello che Dio si aspetta dai Suoi figli, cioè, il comportamento fraterno tra popoli, cittadini, gente del posto e forestiero, distigue dalla massa – Suoi figli, non è rob ada scienziati, ma della gente di buona volontà. Infatti <<chi mi ama>> farà tutto ciò, per amore di Dio. Nella mia infanzia, sentivo spesso: <<Per amor di Dio, non fate questo/quello>>, oggi non bastano 10 anni di giudizio – per cose che stanno nel buon senso, civile convivenza. Laddove l’ingiustizia sociale padroneggia, il disastro ha già iniziato il conto alla rovescia.
Ho trovato queste preghiere, più <<codice stradale>> della buona convivenza che articoli di legge imposta, solo un cuore diventato di sangue, ragiona, pesa le carole, non spara, perché anche le parole possono uccidere – l’anima. Un cuore spezzato, diffidente in tutto e tutti è la cosa più difficile da guarire, perché ci vuole un atto di volontà – anche dal “paziente” stesso.
http://www.orthodoxia.it/wp/
PREGA PER TUTTI, ANCHE PER I NEMICI
Se noti nel tuo prossimo difetti e passioni, prega per lui.
Prega per tutti, anche per i tuoi nemici.
Se ti accorgi che il tuo fratello è fiero e testardo, che si comporta orgogliosamente verso di te o verso gli altri, prega per lui, affinché Dio illumini la sua mente e riscaldi il suo cuore con il fuoco della grazia, e ripeti: “Signore, insegna la dolcezza e l’umiltà al tuo servo che è caduto nell’orgoglio di Satana; allontana dal suo cuore le tenebre e il peso di questa fierezza malvagia”.
Se vedi un fratello in collera prega così: “Signore, fa’ che con la tua grazia questo servo diventi buono!”
Se si tratta di un’anima mercenaria e piena di cupidigia, di’: “Signore, tu che sei il tesoro incorruttibile e l’inesauribile ricchezza, fa’ che il tuo servo, creato a tua immagine, riconosca il carattere ingannatore delle ricchezze e si accorga che esse sono vane, inconsistenti e false, come tutte le cose terrene. Infatti i giorni dell’uomo sono come l’erba, come una ragnatela; tu solo sei la nostra ricchezza, la nostra pace e la nostra gioia”.
Se vedi un uomo invidioso, prega così: “Signore, illumina lo spirito e il cuore del tuo servo affinché possa riconoscere i doni innumerevoli ed insondabili che ha ricevuto dalla tua generosità inesauribile. Nell’accecamento della sua passione, ha dimenticato te i tuoi doni preziosi e, nonostante sia ricco grazie ai tuoi regali, si crede povero e guarda con invidia i beni che hai distribuito a ciascuno dei tuoi servi, a volte loro malgrado, ma sempre secondo la tua volontà, o nostro ineffabile benefattore! Signore pieno di misericordia, strappa il velo con il quale il demonio ha coperto gli occhi del cuore del tuo servo, accordagli la contrizione del cuore, le lacrime di pentimento e di gratitudine, affinché l’avversario che l ‘ha catturato vivo nella sua rete, non possa gustare la gioia di strapparlo dalle tue mani”.
Se vedi un ubriaco, di’ nel tuo cuore: “Signore, rivolgi uno sguardo di bontà al tuo servo, sedotto dalla concupiscenza del ventre e dei piaceri carnali, fagli capire la dolcezza della temperanza e del digiuno, la dolcezza del frutto spirituale che ne deriva”.
Se vedi un uomo in preda alla passione della gola e che trova in essa la propria felicità, ripeti: “Signore, tu sei il nostro cibo, non il cibo che perisce bensì quello che conduce alla vita eterna. Purifica il tuo servo dal peccato di gola, così carnale e lontano dal tuo Spirito, accordagli di conoscere la dolcezza del tuo cibo spirituale e vivificante, cioè il tuo corpo e il tuo sangue e la tua parola santa, viva e operante”.
In questo o in altri modi prega per tutti i peccatori e non permetterti mai di disprezzare qualcuno a causa del suo peccato, o di correggerlo con durezza; servirebbe solo ad aggravare le sue ferite; correggilo invece con consigli, ammonizioni e castighi adatti a frenare il male o a contenerlo entro certi limiti.
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http://www.orthodoxia.it/wp/wp-content/uploads/2020/05/Libro-di-preghiere-mattino-e-sera.pdf